
Dietro al moniker Man-Made Sunshine si nasconde in realtà un volto noto a chi segue la scena alternative rock degli ultimi anni: si tratta infatti di Conor Mason, voce degli ottimi Nothing But Thieves. Conor, che nella band, contrariamente a quanto si possa pensare, non scrive i brani (compito affidato al chitarrista Joe Langridge-Brown) si cimenta nella sua prima fatica solista e, appunto, nella scrittura dei brani, parlandoci di un tema che gli è molto caro, ovvero quello della salute mentale e della depressione di cui lo stesso Mason ha sofferto in passato.
Nate durante il lockdown, le cinque tracce di “Man-Made Sunshine” sono un saggio di vulnerabilità, di dubbi esistenziali che hanno avvolto il cantautore nel corso di mesi piuttosto bui e in cui la musica ha fatto da terapia, aiutandolo ad accettarsi con le proprie debolezze. Il sound invece spazia da atmosfere alla Radiohead più sperimentali (“Brain in a Jar” con i suoi synth alienanti nell’intro), fino a momenti più R’n’B dove Mason mostra tutta la sua varietà vocale che è sempre stato segno distintivo peculiare dei Nothing But Thieves (“Little Bird”). “Life’s gonna kill you (if you let it)” è il singolo scelto come lancio per questo EP, con la sua commistione di alt-pop e soul, mentre “Rosebud” è forse il brano più emozionante con un sound dominato unicamente dal pianoforte.
Se con i Nothing But Thieves Mason è un cantore di inni rock, qui mostra la sua faccia più intima regalandoci uno spaccato dei suoi pensieri più profondi: una parentesi di straordinaria delicatezza che non può non colpire e da cui si resta piacevolmente avvolti.
