
Scegliere la Giuditta di Oloferne come nome per la propria band, colei che non si piega di fronte al proprio aguzzino ma anzi ne brandisce la testa a guisa di trofeo una volta che lo ha sconfitto è di per sé una dichiarazione forte di cosa si voglia fare: questo hanno deciso per loro Francesca, Ludovico, Francesco e Jury, band bresciana che già si è fatta notare vincendo il best band Lombardia all’Arezzo Wave ed arriva finalmente al primo EP.
La loro è una dinamica totalmente di squadra, in cui i compiti sono suddivisi ma la visione è comune e fin da questo esordio omonimo il concept è chiaro: raccontare, tra cantautorato e indie rock, la propria visione del mondo, emozionale ma anche con uno sguardo al sociale, a ciò che accade più ad ampio spettro.
Se “Caro Mio Giuda” è già un brano manifesto in cui due protagonisti famosissimi della storia si ritrovano dietro ad una
cornetta, due vecchi amici si trovano dopo secoli a vedere il frutto delle loro scelte e comprendono quanto sia essenziale il compromesso per non venire schiacciati dal proprio ruolo, anche quando si esce vincitori da una battaglia, la successiva “Pece” è un racconto intimo e personale, un guardarsi dentro per poi alzare lo sguardo verso il fuori (ecco “(P)orco”, il brano successivo) di un mondo di cui fare una fotografia cruda, vivida, spietata ma senza giudizio morale.
Chiude l’EP “Corri Qui”, un brano d’amore (nel senso più ampio del termine) che alla fine resta l’unica salvezza.
