Dopo aver percorso una lunga strada all’interno dell’immenso Parco delle Cascine, si arriva in uno spazio accogliente che ricorda l’atmosfera dei concerti di una volta: stand sparsi qua e là con abbigliamento vintage, cibo e bevande (ma speriamo che la moda dei token sparisca presto), sdraio e tavolini per godersi il tramonto tra gli alberi. Nulla a che vedere con il caos dei festival da migliaia di persone e lo stesso anfiteatro è tanto raccolto quanto suggestivo.
La folla però non si palesa nemmeno a concerto iniziato, saranno poche centinaia infatti i presenti alla tappa fiorentina del mini-tour del misterioso artista e producer americano Yves Tumor.
Preceduto dal dj set dello scandinavo Varg2Tm (alias Jonas Ronnberg), che tenta di scaldare il pubblico con una house tra l’industriale e il commerciale, Chris Greatti (chitarra), Gina Ramirez (basso), Rhys Hastings (batteria), Yves Rothman (samples, elettronica) si presentano sul palco alle 22.30.
Yves Tumor sfoggia un look tra il Prince neo-romantico e un pirata dei caraibi e riveste fin da subito il ruolo del personaggio-diva: aria imbronciata, ammiccamenti sparsi, grande protagonismo sulla scena e duetti glam (con tanto di fellatio simulata) con il debordante chitarrista (in versione metallaro anni ottanta con tanto di chitarra a due punte). Ci sta tutto vista la proposta musicale ibrida che sconfina tra il pop, l’indie e l’elettronica ma le interazioni con il pubblico sono praticamente assenti (a parte due discese a stretto contatto con la transenna antistante il palco, forse necessarie però per recuperare le sigarette richieste e prontamente fornite dalla prima fila).

Pubblico molto giovane, costituito principalmente da creature diafane, truccate e magrissime, con sguardi perennemente imbronciati e il colore nero a definire l’outfit della serata. La scaletta pesca soprattutto dall’ultimo ep (“The Asymptotical World”) e dal precedente album (“Heaven to a Tortured Mind”) e presenta alcuni singoli e inediti (come “Operator”, con riferimento ai mai troppo rimpianti Faith No More).
Però nell’insieme la performance di Yves Tumor, un artista tra i più interessanti degli ultimi anni, non ha regalato grandi emozioni e nemmeno “Jackie” – inserita nella lista delle migliori 25 canzoni del 2021 da Pitchfork, – e “Crushed Velvet” – (una delle migliori tracce indie per Spotify e canzone dell’anno per Vogue) – hanno suscitato brividi particolari. Un’esibizione professionale da parte di tutti i musicisti ma che ha lasciato la sensazione da cartellino timbrato: dopo 60 minuti precisi, infatti, e un saluto frettoloso, il palco si svuota e così pure l’anfiteatro. Velocemente e senza nessun encore, non concesso e neppure richiesto. Il tempo di guardare l’ora e i tecnici stanno già smontando la strumentazione.
Il risultato finale è decisamente inferiore alle aspettative e la parentesi si è chiusa troppo velocemente. Mi auguro non accada lo stesso per la carriera di Yves Tumor che, se in studio ha dimostrato energia e creatività, non è però riuscito a trasmettere quel pathos da evento unico che dovrebbe essere elemento imprescindibile della dimensione live.
Setlist
- Jackie (The Asymptotical World)
- Romaticist/Dream Palette (Heaven to a Tortured Mind)
- Gospel for a new century (Heaven to a Tortured Mind)
- Medicine Burn (Heaven to a Tortured Mind)
- Crushed Velvet (The Asymptotical World)
- Operator
- Cntra
- Kerosene! (Heaven to a Tortured Mind)
- Licking an Orchid (Safe in the Hands of Love)
- L&F
- Mtora
- … And loyalty is a nuisance child (The Asymptotical World)
- Noid (Safe in the Hands of Love)
- Secrecy is incredibly important to the both of them (The Asymptotical World)