
Quattro anni dopo “Panorama” torna Verano, alias Anna Viganò e lo fa con un lavoro che è più di un semplice disco, piuttosto un vero e proprio progetto: Supra è infatti un qualcosa che prenderà vita nel corso di tutto il 2022, tre brani per volta, andandosi a comporre di varie parti anche molto diverse tra loro.
La prima parte è composta da tre brani che si possono definire cinematografici: un piano sequenza su una storia d’amore che sfuma sullo sfondo di una Torino nebbiosa e sonnolenta.
Si parte con “Armatura”, una pennellata di parole pop su una nottata estiva con nell’aria l’odore di salsedine, piena di complicità, sorrisi vivaci e sguardi dilatati (“due pirati, una nave: il mare lo porti tu”). “Bianca” è un’alba elettro-rock di abbracci e quotidianità, una routine scivolosa con una sua tensione sottintesa. La chiusura è affidata a “Film”, introdotto da una voce campionata casualmente alla moschea islamica di Porta Palazzo a Torino, un canto di purificazione perfetto per introdurre un pezzo che racconta la fine della storia, vista ormai con occhio distaccato, come se fosse una storia d’amore di un film al cinema e la avesse vissuta qualcun altro.
Verano, con questi tre brani, ci porta nel suo mondo privato, ci racconta di sè in libertà, usando la musica come una terapia salvifica e dimostrando una volta di più le proprie doti di cantautrice. Non si può non restarne che ammaliati.
