Stella Manfredi e Luigi Castiello, alias i KamAak, hanno da poco pubblicato “Onne”, primo brano della trilogia che andrà a comporre “Imperfect Disconnect”, il loro viaggio sonoro in 3 tappe che vuole raccontare il rapporto tra uomo e natura, intesa anche come proprie radici. Abbiamo parlato con loro di questo ambizioso progetto che coniuga musica classica ed elettronica, oltre a una potente parte visual (vedere il video di Onne per credere).
Come è nata l’idea del progetto KamAak?
KamAak nasce a Milano nel 2017: un vero incontro artistico,visto che come napoletani eravamo lì per altri progetti. L’istinto ci porta a concentrarci su sonorità con influenze musicali molto diverse che spaziano dalla formazione accademica classica alla passione per le ricerche sperimentali estreme. Il nostro obiettivo, ogni volta che ci incontriamo per creare musica, è quello di esplorare nuove dimensioni sonore creando qualcosa che esprima il nostro sentire e che soprattutto possa essere collocato all’interno del nostro presente.
Il vostro è un sound che ha una base classica ma che poi si apre alla modernità dell’elettronica, chi sono i vostri punti di riferimento?
Di sicuro i grandi compositori che hanno segnato la storia della musica, che hanno influito sulla nostra sensibilità artistica. Ma guardiamo con grande attenzione ed entusiasmo anche alla scena contemporanea così come a quella minimalista del Nord Europea. Inoltre, ed inevitabilmente aggiungerei, i nostri percorsi di studio sono confluiti in quello che facciamo. Stella viene dal mondo classico, ma ha anche studiato e suonato musiche popolari del Sud Italia, è una grande appassionata di musica irlandese, del violino pop e della musica elettronica in generale. Io (Luigi) vengo dal percorso classico di contrabbasso, poi mi sono specializzato nella composizione e in musica elettronica al conservatorio. Tutto ciò quindi viene naturalmente espresso all’interno delle nostre composizioni.
La scelta di uscire con tre soli brani è frutto credo di un preciso concetto che volete comunicare, come raccontereste il messaggio di fondo di “Imperfect Disconnect” a parole?
Assolutamente si, il numero 3 rappresenta per noi un numero molto significativo ed “Imperfect Disconnect” vuole essere un Ep composto da tre tappe, come un mini viaggio, che conducono l’ascoltatore “spettatore” in un percorso che mira a rievocare il legame indissolubile, e che sopravvive in ognuno di noi, con la propria terra. Un viaggio che abbiamo intrapreso a partire dalle nostre origini, forte ed evidente è infatti il tema della tradizione e del legame tra uomo e natura.

Il vostro sound si collega anche molto bene ad una parte visual, come dimostra il video di Onne, con i suoi riferimenti danteschi: cosa volevate far vivere allo spettatore/ascoltatore?
Per questo primo brano abbiamo voluto un video etereo che permettesse di lasciare molto spazio all’interpretazione giocando soprattutto sulle allegorie: il rosso dei capelli della protagonista richiama il magma del Creator Vesevo, l’anziana donna è una chiara citazione a Caronte nell’inferno di Dante, l’orologio donato alla protagonista dall’anziano venditore di ortaggi è un riferimento al tempo liquido di Dalì.
L’intento è produrre musica per un viaggio audio-video durante il quale si incontrano/scontrano la potenza della natura e le spigolose, calde e algide, ambientazioni estive e invernali che il vulcano – tra miti e leggende – ci regala da millenni. Abbiamo voluto condurre lo spettatore in questo viaggio nel quale la protagonista, scortata da una anziana figura, attraversa un mare misterioso.
La forza della tradizione, simboleggiata anche dalle voci dei pescatori e dei mercanti all’inizio del brano: come raccontereste il vostro rapporto con Napoli?
Napoli sicuramente è un teatro complesso, ma d’altro canto essa riesce a darci la grande possibilità di influenzare la nostra musica ed i nostri suoni con un mare enorme di cose, e questo naturalmente per quello che facciamo è un grande dono. Accadono tante piccole e grandi cose attorno a noi ogni giorno che possono diventare strumenti ed elementi di ispirazione. Proprio in “Onne”, ad esempio, siamo partiti dal campionare voci di mercanti dell’area vesuviana, colpiti da come questi riuscivano a dare enorme musicalità a frasi semplici, abbiamo girato settimane nei mercati rionali, conosciuto e parlato anche per ore con queste persone, ed ognuno di loro aveva parole che pesavano oro per noi e che ci hanno permesso di proseguire nel nostro percorso compositivo.
Ultima domanda: prossimi progetti a breve scadenza per KamAak? Vi vedremo magari anche live già in estate?
Sono in uscita i nostri prossimi due singoli tratti da Imperfect Disconnect, poi probabilmente molte altre uscite in autunno.
In estate contiamo di portare la nostra musica in giro, ma molto probabilmente usciremo con una formazione particolare e molto suggestiva in autunno. Insomma abbiamo molte idee da portare avanti e siamo molto carichi per quanto riguarda il futuro.