
Un EP uscito al momento solo su cassetta, con 5 pezzi che potrebbero rappresentare una piccola rivoluzione nel mondo del cantautorato “indie” italiano: è questo Adesso torni a casa, prima fatica del 21enne Marco Fracasia, partorita a casa della nonna a Rivoli (Torino) con l’aiuto di Marco Giudici alla produzione e agli arrangiamenti.
Se gli LCD Soundsystem narravano dei Daft Punk che suonavano a casa loro, qui, parafrasandoli, si può dire che sia proprio James Murphy a suonare a casa di Marco: rispetto per i dettagli, amore per gli strumenti e cura per le atmosfere, in queste caratteristiche sono certo che Murphy rivedrebbe se stesso nel giovane Fracasia, che di suo ci aggiunge un’attitudine dream-pop che fa pensare ai Beach House (citati in “Un inizio”) e una spontaneità che fa quasi spavento, con tutte le idiosincrasie, le paure e le disillusioni di un ragazzo di vent’anni, a tratti incompreso (“Black Midi” è un fulgido esempio di come si parla di tutto questo, ma anche “Ipersoap” è un mini-trattato su come un ventenne affronta il mondo e la vita).
Alla fine, quello che rimane in testa di questi 5 brani è che sia un peccato cercare di dargli un’etichetta (e mi scuso con Marco per aver provato a farlo): semplicemente bisogna mettersi di fronte al mangianastri, con le cuffie e goderseli da cima a fondo, per poi riavvolgere il tutto (rigorosamente con la matita).
