
Londra si conferma centro nevralgico delle nuove produzioni in ambiti sonori che spaziano dal jazz all’elettronica, alla dance pop più elaborata. Nella capitale musicale per eccellenza si è trasferita Alewya (si pronuncia Ah-le-wee-ya) a soli 5 anni, con la famiglia proveniente dall’Arabia Saudita dopo un periodo trascorso in Sudan.
Ma anche radici egiziane ed etiopi (il suo nome significa “l’elevata” in amarico, la lingua ufficiale etiope) sono parte integrante del suo background e risuonano prepotentemente nel suo lavoro così come le influenze mediorientali.
Dopo un debutto come modella, Alewya pubblica il suo primo singolo “Sweating” nel 2020 e in meno di tre mesi ottiene più di un milione di visualizzazioni. Dopo un’ospitata nel brano di Little Simz – “Where’s my lighter” – pubblica il suo secondo singolo, “Code”, insieme al talentuoso batterista e compositore Moses Boyd.
Seguono una manciata di singoli e una vena artistica che scorre oltre la musica (scultura e arti visive, talvolta presenti anche in alcuni suoi video) e alla fine arriva il debutto: un Ep dove esperienze di vita e professionali si fondono a creare un’armoniosa contaminazione di generi: si passa dai beat afro-ragga in versione deluxe (“Ethiopia”, “Channel High”), a melodie arabeggianti che avvolgono in un vortice ipnotico da clubhouse sotterranea (“Zuggy”, “Play”), per arrivare ad una pop-dance elettronica, ricercata e fascinosa (“Dragon”, “Spirit X”).
La ventiseienne Alewya possiede una voce evocativa e una presenza scenica di grande effetto che, unite ad un lavoro di ricerca sonoro ed artistico di qualità, la rendono una delle realtà più interessanti del momento.
Pandemia permettendo, sarà possibile assistere alle sue performance dal vivo il prossimo dicembre, dove si esibirà di supporto nel tour britannico dell’amica Little Simz.
(Patrizia Lazzari)
