Si intitolerà Crawler il nuovo lavoro degli Idles, in uscita il 12 novembre per Partisan. Registrato durante la pandemia nei Real World Studios di Bath viene anticipato dal singolo “The Beachland Ballroom”, dal nome del famoso locale in Ohio, ed è una ballad soul cupa e urlata impreziosita da una gran performance del vocalist Joe Talbot.
Che così parla del brano: “È la canzone più importante dell’album. Ci sono così tante band che suonano nelle sale da concerto piccole e sognano di entrare in quelle grandi. Essere in grado di scrivere una melodia soul come questa mi ha fatto pensare, cazzo — siamo arrivati ad un punto in cui ci è effettivamente permesso di entrare in queste sale grandi ed essere creativi, e di apprezzare veramente quello che abbiamo. La canzone è una sorta di allegoria sul sentirsi persi e sul riuscire a superarlo. È una canzone che amo cantare”.
Gli Idles saranno in Italia, il prossimo 3 marzo, al Fabrique di Milano.
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Aggiornamento 03/11/21: Così com’è stato per il primo singolo pure il secondo lascia spiazzati davanti ad un’apparente presa di posizione nel non diffondere singoli a presa diretta che diventano subito degli anthems da cantare ai live. “The Car Crash” accompagna l’ascoltatore in un luogo tetro, la voce di Talbot si fa robotica, la sezione ritmica disegna uno schema sonoro proto punk marziale e le chitarre creano rumorismi alienanti.
Interpellato sul brano in questione Joe afferma “È l’orribile postumo di una sbornia: svegliarsi la mattina e rendersi conto degli scontri, tipo, che cazzo sto facendo della mia vita?“. A fargli eco arriva Mark Bowen, chitarrista e co-produttore del disco, “Volevamo che fosse il più violento possibile per riflettere quell’evento. Volevo davvero che fosse questa pietra di paragone sonora. Abbiamo registrato la batteria in anticipo e l’abbiamo messa su un acetato di vinile. Ogni volta che riproduci un acetato, poiché è un po’ come un liquido, si degrada ogni volta. Tocca le cose che sono transitorie e momentanee, anche un singolo colpo di batteria.
È come un ricordo, quando il momento è passato e affronti le ripercussioni più e più volte, e si trasformano in qualcos’altro. È una delle prime volte in una canzone IDLES in cui abbiamo usato effetti appropriati sulla voce: era Joe che passava attraverso la mia pedaliera, quindi ottieni sia chiarezza che degradazione”.
Il brano è stato diffuso con un video diretto da Matthew Cusik il quale ha creato questo mix di scene, 500 per la precisione, prese dalla cinematografia americana, il tema centrale è ovviamente il “car crash” del titolo e il progetto di assemblare questi spezzoni di film nacque nel 2001, vent’anni più tardi ha trovato la sua giusta conclusione avendo come “colonna sonora” il pezzo degli Idles.
Aggiornamento 12/11/21: I cinque musicisti inglesi oggi pubblicano “Crawler”, un disco che risente (in modo positivo) di una diversa stesura dei brani dovuta alle varie restrizioni che hanno impedito la normale routine della band. C’è più sperimentazione con i synth (lo mettono subito in chiaro dal primo brano “MTT 420 RR” e con la già citata “Car Crash”) senza lasciare indietro quel trademark sonoro garage punk mascolino (ma non tossico) che sarà benzina versata sull’incendiario pubblico durante i live. Trovano spazio momenti dove i nostri tirano un respiro prima di gettarsi, sudatissimi, nella bolgia ( il noir-blues di “The Beachland Ballroom” e le elettro-acusticità di “Progress”).
L’album chiude momentaneamente i battenti (solo della sala di registrazione) con il commiato di “The End” e del ritornello che ruba un pensiero di Trostky (“In spite of it all/Life is beautiful”) ricordandoci che nonostante tutto, e tutto quello che sta accadendo ora, la vita resta unica e degna di essere vissuta. Sempre.