Con otto dischi in studio sulle spalle, ed una carriera ventennale, Marissa Nadler aggiunge in questo 2021 un altro tassello alla sua discografia annunciando l’arrivo di The Path Of The Clouds che sarà pubblicato il prossimo 29 Ottobre via Sacred Bones (qui il pre-order).
Approfittando dello stop forzato, causa crisi sanitaria globale, Marissa si è rifugiata nei luoghi a le cara per buttare giù quelli che poi sono diventati gli undici brani presenti nell’album, oltre a questo ha imparato a suonare il pianoforte e molti degli inediti hanno visto la propria genesi attraverso questa nuova modalità di scrittura. Il risultato, a detta di chi lo ha già ascoltato, è una tavolozza di tonalità sonore più ricche rispetto al passato di Nadler con brani dentro cui sono presenti texture synthetiche in grado di regalare nuove prospettive e aperture sia alla musicista che ai suoi fan.
Nella press release si legge che diversi sono i collaboratori e le collaboratrici che hanno preso parte alle registrazioni:
Mary Lattimore (arpa) Simon Raymonde dei the Cocteau Twins/Lost Horizons (basso) il polistrumentista Milky Burgess, Jesse Chandler dei Mercury Rev/Midlake (al piano, nonché insegnante di Marissa), Emma Ruth Rundle co (chitarra) e Amber Webber dei Black Mountain (voce in “Elegy”). Il tutto è stato prodotto assieme a Seth Manchester (Lingua Ignota, Battles, Lightning Bolt) il quale ha curato i mix finali.
L’album presente nelle liriche i temi “classici” ritrovati spesso nei testi di Marissa tra cui la metamorfosi, il misticismo, l’amore e la morte sempre in bilico tra realtà e finzione che oscillano tra passato e presente.
Il primo singolo scelto è “Bessie, Did You Make It?” che è una sorta di “murder ballad” di Caveinana memoria ma al contrario, qui il racconto ci arriva dalla protagonista che sopravvive ad una sorte brutale e mortale. Il video che accompagna il brano è stato affidato a Mitch Wells. Qua sotto anche la playlist
Aggiornamento 14/09/21: “Quando ho scritto “If I Could Breathe Underwater“, stavo contemplando le possibilità di possedere vari poteri sovrumani: teletrasporto, mutaforma, proiezione di energia, respirazione acquatica, percezione extrasensoriale e viaggio nel tempo, per citarne alcuni. Come espediente lirico, ho sposato quei poteri con gli eventi della mia vita, chiedendomi se e come potrebbero cambiare il passato o predire il futuro. Ho adorato lavorare sulla melodia di questa canzone e portare i ritornelli al loro climax. I luccichii stratificati e allucinatori di Mary riecheggiano davvero l’aldilà della storia”. Il nuovo singolo presentato da Marissa, con il contributo di Mary Lattimore, fluttua tra dream pop e psichedelia ed è accompagnato da un video altrettato “sognante” diretto da Jenni Hensler, la quale dà il suo punto di vista sulla realizzazione delle scene: “Questa canzone ha assunto molti significati per me e questo mi piace. Come la bellezza e la tragedia si scontrano. Sognare di avere poteri soprannaturali per cambiare la realtà e avere la capacità di vivere e respirare sott’acqua. Potrebbe anche parlare della dualità dell’esistenza. Che tutti abbiamo personalità interiori o sé ombra, e come immaginiamo le diverse maschere che indossiamo. Ho scelto di fare qualcosa che toccasse l’idea della dualità e della persona interiore. Per connettersi ai due mondi.”
Aggiornamento 07/10/21: “Couldn’t Have Done The Killing” è il secondo estratto dal prossimo album di Marissa che esce leggermente dall’estetica gotica folk per varcare sonorità più consistenti e distorte ma sempre collocato in ambienti eterei. Il brano è stato accompagnato da un inquietante video diretto da Tyler Derryberry e Christen Dute che ci raccontano com’è nato: “Quando Marissa è venuta da noi per realizzare il video per una canzone del suo nuovo album, conoscevamo già i temi dell’album e le sue ispirazioni. Mentre scriveva e registrava l’album, bloccata a casa durante la pandemia, siamo rimasti in contatto, condividendo la nostra dieta mediatica attraverso contenuti che trattavano di crimine e paranormale. Ci siamo scambiati link a podcast su Skinwalkers, consigliato i nostri documentari sui serial killer preferiti e discusso le nostre teorie preferite su DB Cooper. Abbiamo deciso di ricreare quel momento nel tempo in cui omicidi e rapine in banca condividevano un’uguale plausibilità con fantasmi e tanta stranezza. Ricordi quando intrattenere innocentemente una o due teorie del complotto sembrava non avere conseguenze culturali o politiche? Quando Coast To Coast AM ci avrebbe fatto credere che il governo stesse nascondendo un UFO in un hangar da qualche parte, ma nessuno avrebbe preso d’assalto la capitale?
Le ambientazioni del Massachusetts e del Maine hanno opportunamente migliorato l’atmosfera del New England del tono nostro e di Marissa. Ovunque ci sono capanne più antiche della Grande Depressione e cimiteri più antichi della guerra d’Indipendenza.
I condomini in cui vivono ancora gli studenti universitari sono stati teatro di omicidi cinquant’anni fa. Tutti sembrano possedere un’ascia. Abbiamo anche girato alcune riprese nella contea di Cumberland, nel Maine, dove si trova la città immaginaria di Salem’s Lot di Stephen King. Accendi la fotocamera, puntala verso il buio e la stregoneria sembra filtrare da sola.“
Aggiornamento 30/10/21: Qua sotto ascolti per intero tutto il nuovo disco di Marissa.
Aggiornamento 15/01/22: Come ogni stesura di album si rispetti immancabilmente chi fa musica si trova a dover scartare brani inediti non ritenuti idonei per la tracklist finale. E altrettanto immancabilmente, qualche tempo dopo, arriva un’aggiunta sotto forma di raccolta contenente i brani scartati accompagnati da b-side, sessioni live o cover.
Marissa non ne è esente e difatti annuncia l’arrivo di The Wrath of the Clouds, Ep contenete tre canzoni provenienti da “The Path” e due cover, una delle quali (“Seabird” degli Alessi Brothers) è presentata nel player in basso.
Interpellata riguardo la riesumazione delle canzoni Nadler afferma “è stato come scoprire delle gemme perdute che avevo dimenticato”. Invece sulle cover aggiunge “Una volta finito l’album. Appena ascoltai “Seabird” per la prima volta, non riuscivo a tirarla fuori dalla mia testa. Amo così tanto la canzone e ho dovuto farne una cover. Era un diverso tipo di cantato per me ed è stato davvero divertente da fare. “Saunders Ferry Lane” è una delle mie canzoni preferite di tutti i tempi. Mi sono innamorata della versione di Sammi Smith anni fa e ho sempre voluto fare una copertura adeguata. Burgess Milky e Joshua Grange Play su entrambi i brani della copertura. Questi sono stati davvero un bel coronamentoper la stagione di questa scrittura.”
Il mini disco uscirà il 4 Febbraio via Bella Union/Sacred Bones (qui il pre-order).