
Quattro brani per tornare in scena, quattro tracce rock, un vero e proprio ritorno alle origini per Federico Dragogna, Davide Autelitano e Michele Esposito, ovvero I Ministri, che raccontano di questi “tempi bui” in versione pandemica con un vero e proprio concept EP, a partire dall’estetica, visto che la copertina richiama quelle indimenticabili della Piccola Biblioteca Einaudi, realizzate da Bruno Munari.
E il lavoro del gruppo milanese è in qualche modo un saggio, un saggio che racconta di crisi dei saperi e di confusione, nonché della scomparsa di una verità condivisa. Siamo tutti scrittori senza lettori, schiavi dei social e delle proprie convinzioni personali che le nostre “bolle” ci restituiscono come giuste, amplificando una falsa sicurezza costruita a colpi di like: siamo come “bagnini che credono di aver capito il mare”, come canta Divi nel secondo pezzo di questo EP.
Dobbiamo cercare di uscire da questa realtà virtuale ovattata, ributtarci nel mondo, anche se il mondo può apparire un “Inferno” in cui ci si muove tra club esclusivi di ogni tipo a cui iscriversi per sentirsi unici e informazioni (e stilemi, anche culturali) ripetuti all’infinito (“la chiami musica ma è un disco rotto”). Il rischio è sempre quello di isolarsi e perdere contatto con la Verità, una realtà tangibile e sensoriale che ci appare sempre più come superflua, sbagliando. Siamo talmente assuefatti a tutto che non riusciamo a ribellarci, che è l’invito che ci fa Fede Dragogna col suo testo (“E adesso, restiamo in ordine sparso, ad aspettare in silenzio che arrivi un segno dall’alto per scatenare un inferno andremo tutti in letargo”)
Nel primo singolo “Peggio di niente” si respira forse ancora più cupezza, che è il vero tratto distintivo di questo lavoro: siamo in uno scenario apocalittico in cui “ho visto gente normale calpestare altra gente (ed era peggio di niente)”; un’eterna guerra con se stessa che l’umanità non riesce a risolvere (…sembra tanto la realtà quotidiana che viviamo, no?).
Chiusura per la title track, un invito a prendersi i propri spazi, a “fare bene una cosa al giorno”, vincendo i cliché di una società che ci lascia costretti in determinati modi di pensare e di vedere la vita.
Chitarra, basso, batteria uniti alla penna di un autore intelligente e sagace come Dragogna e tanta voglia di spaccare: sono tornati i Ministri. E meno male.
(Alessio Gallorini)
