Probabilmente chi ama il post punk, contaminato da striature dreamgaze, proveniente dalla East Coast italica potrebbe trovare nel moniker di questa band un’assonanza, anzi proprio un omaggio, ad una band che in questi anni si è fatta notare anche all’estero (non la citerò ora soltanto perché se ne parla nell’intervista in basso). Questa sovrapposizione di intenti sonori, unita alla freschezza di essersi appena affacciati nella scena musicale indipendente italia fa degli You, Nothing una bellissima scoperta.
La band proveniente da Verona domani debutterà con Lonely//Lovely, via Loppy
Dischi/Non Ti Seguo Records/Dotto, e trova la sua raison d’être nelle pieghe scure di quel suono forgiato tre decadi fa dai Siouxsie and the Banshees, Buzzcocks declinata poi negli anni 00 del nuovo millennio da Whirr, Diiv, Veronica Falls e, giusto per restare in Italia, Soviet Soviet.
Grazie all’anteprima di oggi possiamo toccare con mano quanto appena detto attraverso le trame sonore del singolo “H.Y.E” che puoi scaricare dal player in basso (per completezza di informazioni abbiamo inserito anche brano che lo ha preceduto, “Waves”, così da stuzzicare maggiormente i tuoi padiglioni auricolari). Prima di affondare le mani nella canzone scopriamo qualcosa di più su questo elettrizzante progetto.
You, Nothing è un moniker con un affermazione perentoria con cui, in modo deciso, si attesta l’annullamento dell’identità dell’altra persona. Dove lo avete tirato fuori?
You, Nothing è la nona e ultima traccia dell’ album Knocturne dei Be Forest, una canzone pazzesca di cui siamo tutti innamorati. Oltre a questo per noi, You, Nothing al quale abbiamo aggiunto un punto, è l’affermazione non di annullamento, ma di presa di posizione della propria personalità rispetto ad un pensiero esterno.
Restando sempre in ambito semantico, il titolo del debutto trova la dualità di un rapporto semplicemente cambiando una lettera. Due facce della stessa medaglia che troviamo in ogni rapporto di coppia in cui prima si è amati e poi, finito l’idillio, facciamo i conti con le nostre solitudini. La mia è una interpretazione corretta o c’è dell’altro?
L’interpretazione è in parte corretta, in generale ci piace che ognuno dia il suo personale significato a queste due parole. In realtà il titolo dell’album è stato un accostamento abbastanza casuale delle due parole, con il tempo gli abbiamo attribuito un significato più profondo, inteso come dualismo tra il nostro lato più etereo e la parte più pestata e martellante. Tant’è che anche la copertina raffigura questo concetto attraverso due ragazze (Alina e Ania, sorelle nella vita reale) in posizione speculare, con due energie affini ma diverse.
Nel comunicato stampa siete stati accostati alla stupenda scena pesarese di una decade fa. Oggi cosa vi spinge a suonare un genere che, come una fenice, continua a rinascere ogni volta? Quali sono i vostri riferimenti sonori e in ultimo, visto che si parla di “scena”, esiste un “movimento sonoro” dalle vostre parti con cui vi sentite affini?
Ci fa piacere essere associati ad una scena che apprezziamo e abbiamo vissuto. L’unica cosa che ci spinge a suonare questo genere, è la nostra voglia di fare musica senza etichettarci e solamente per esprimerci. Senza dubbio quello che suoniamo viene direttamente da quello che ascoltiamo, senza però vincolarci ad esso. Come riferimenti sonori possiamo citare band come i DIIV, gli Slowdive e gli Alvvays. A Verona non esiste ancora un movimento sonoro al quale ci sentiamo di appartenere, anche perché la nostra formazione è piuttosto recente e senza live al momento non abbiamo la possibilità di conoscere nuove band.
Il brano scelto per questa esclusiva è H.Y.E: cosa si nasconde dietro l’acronimo e quali tematiche affronta?
Il titolo è l’abbreviazione di Have You Ever, che ci risultava troppo lungo per intero. Il testo è molto breve e le tematiche girano attorno alla solitudine, la menzogna e il bisogno di fuggire da se stessi, qualcosa di abbastanza ricorrente nei nostri testi.
Forse, e lo dico con le dita incrociate, questa estate potremmo ritornare a vedere band dal vivo. Voi come avete vissuto questa situazione di stallo? Vi state già muovendo per programmare concerti?
Anche se abbiamo dovuto annullare qualche data causa covid, non abbiamo sofferto troppo questa situazione in quanto ci siamo formati pochi mesi prima del lockdown di marzo. Abbiamo imparato a lavorare a distanza e abbiamo potuto fare una full immersion nella preparazione dell’album. Dopo tanto tempo passato in sala prove, ora siamo prontissimi a suonare live e stiamo già iniziando a contattare le poche realtà che hanno già confermato la riapertura per organizzare concerti.