
As The Love Continues è il nuovo disco dei Mogwai ed è stato composto, suonato e prodotto nel 2020, anno di lockdown. La pandemia non ha, comunque, leso la creatività e la capacità degli scozzesi, capaci di dare alle stampe un buon disco. Non siamo, infatti, al cospetto di un capolavoro, ma di un onestissimo disco dei Mogwai. Dalle interviste lette qui e là, il processo creativo e produttivo del disco è stato sereno, tenuto conto della difficoltà di relazione col produttore, Dave Fridmann, residente in America.
Il disco fila via molto liscio dall’inizio alla fine e non spicca per originalità in tema di post-rock. Tranne per la “cantata”, “Ritchie Sacramento”, i pezzi non provocano particolari scossoni. A differenza, infatti, dei buonissimi dischi più recenti (“The Hawk is Howling” e “Hardcore Will Never Die, But You Will”) manca il sussulto “anthemico” a cui i Mogwai hanno sempre abituato i propri ascoltatori. L’impressione è che la carriera di compositori di colonne sonore (l’ultima per la serie ZeroZeroZero) abbia intaccato anche la produzione musicale fine a se stessa.
La sensazione che pervade il disco è quella che manchino immagini, piuttosto che qualcos’altro ad accompagnare i pezzi. La sensazione di noia è latente. Non credo, infatti, si tratti di un calo di attenzione da parte dell’ascoltatore, poiché le canzoni sono anche relativamente brevi. Manca sostanzialmente quel giro di chitarra o di basso che ti resta in testa e ti fa intonare la melodia mentre si cammina per strada. A spezzare questa frustrante sensazione è la già citata “Ritchie Sacramento”, un pezzone. Sarà, forse, la linea vocale così semplice e pop, ma il pezzo è davvero stimolante.
Ora non mi permetterei mai di stroncare un disco dei Mogwai, molto semplicemente perché questo disco è un buonissimo disco. Semplicemente dai migliori sulla piazza, da vent’anni a questa parte, a suonare quel rock lì, con buona pace di 65daysofstatic e compagnia bella, ci si aspetta sempre quel guizzo in più. Questo album è senza sfumature, è compatto e coerente: perfetto per un fan di lungo corso o di chi cerca quei suoni lì, che se si conosce “New Paths to Helicon, Pt. 1” non te li scordi più.
Non me ne vogliate, ma il 2020 ha portato molto mestiere in casa Mogwai, ma poca inventiva. Una sicurezza è una sicurezza, altre band ci hanno costruito una carriera su dischi tutti uguali, ma dagli scozzesi non c’era da aspettarselo.
(Aaron Giazzon)
