Heisenberg – Lunazione (2021 – To Lose La Track)

In quel vasto territorio che va dai Fine Before You Came ai Massimo Volume si collocano gli Heisenberg, che tornano sulle scene con questo EP di 5 tracce furibonde e meditabonde allo stesso tempo, in cui si riflette sui cicli della vita, messi a paragone con quelli lunari (la lunazione è il periodo di tempo durante il quale la Luna, vista dalla Terra, attraversa tutte le sue modificazioni di aspetto e si riconduce in congiunzione eclittica con il Sole): da “Nera era” fino a “A chi mise ricordi” i brani passano da esplosioni violente (con le doppie chitarre e la batteria protagoniste) a fasi melodiche, in cui si arrivano perfino a citare i CSI di “Linea Gotica” e il Battiato di “E ti vengo a cercare” (in “Il destino non tradisce”). Cinque pezzi travolgenti e densi, che mostrano una band matura ed efficace nelle proprie dinamiche.
(Alessio Gallorini)

Arlo Parks – Collapsed in sunbeams (2021 – Transgressive)

La ventenne londinese Arlo Parks (all’anagrafe Anaïs Oluwatoyin Estelle Marinho) debutta con un album estremamente curato pur se a tratti un po’ troppo lezioso. Protagonista assoluta la voce limpida di questa giovanissima cantautrice e poetessa di origini franco-nigeriane-ciadiane. Il risultato complessivo è un soul-pop con sfumature dance che dà il meglio in brani come “Hope” e “Bluish”. Menzione speciale per “Eugene” che rappresenta un’evoluzione del concetto di cover dato che si tratta di un brano liberamente ispirato a “Weird Fishes” dei Radiohed ma che comunque brilla di una luce propria.
(Patrizia Lazzari)

Elasi – Campi Elasi (2020 – Neverending Mina)

Sei brani che strizzano l’occhio all’elettro-pop, alla cassa dritta, senza trascurare certi dettagli più etnici e orientaleggianti: tra Myss Keta e Francesca Michielin arriva Elasi, ovvero la giovanissima piemontese Elisa, che ci porta nei suoi Campi Elasi, un luogo immaginario e surreale in cui, nonostante il 2020, si è organizzata una festa e ci si può mettere a ballare senza troppe remore.
“E che male c’è? Se nel fuori pista di una vita in discesa diventiamo valanghe”, verso manifesto di questo EP easy listening che vi regalerà una manciata di minuti di spensieratezza.
(Alessio Gallorini)

Unruly Girls – Epidemic (2020 – Dirty Beach Records)

Industrial, electropunk, synthpop si mescolano in un turbine sonoro impattante ed elettrico. La produzione è contemporanea, piena, impattante, così come le composizioni, che colpiscono per l’eclettismo tra un pezzo e l’altro, pur mantenendo coerenza compositiva.
Il disco è composto da tredici brani, sintomo della precisa volontà di riempire l’ascoltatore di stimoli. La proposta è, comunque, fruibile e l’istinto a muovere le membra al tempo dei beat è strisciante in ogni pezzo. Già “Chanson Massacre” e “Dren Crom” potrebbero girare tranquillamente in qualche dancefloor underground metropolitano. Il singolo “Black Love” è energia pura, con un’attitudine new wave davvero trascinante.
Un disco dunque, questo “Epidemic”, interessante ed ambizioso, figlio di tempi andati, ma mai dimenticati.
(Alessio Gallorini)
