
I Legno sono due ragazzi toscani che, già con l’esordio “Titolo album”, erano assurti all’onore delle playlist indie-pop e della stampa alternative: identità misteriose e un gusto per le melodie spiccato, queste sono le caratteristiche fondamentali del duo, che torna adesso con Un altro album, progetto che esce in accoppiata con un fumetto pensato apposta per l’occasione, che rende il disco fisico una vera chicca.
I riferimenti musicali spaziano dai Thegiornalisti (la struggente e nostalgica “I gol di Weah”, che è un po’ una “Gli anni” degli 883 in versione 2.0), ai Mariposa (“Affogare”, con quell’intro di piano sbarazzina), fino a Vasco Rossi (l’intro di “Patatine” è pressoché identica a quella de “Gli angeli”): insomma il pop non spaventa i Legno, anzi, ci si sentono proprio a loro agio, così come si sentono a proprio agio con gli argomenti più mainstream, la già citata nostalgia e l’amore declinato nella forma canzone alla Venditti (e del resto “Le canzoni di Venditti” era un loro vecchio singolo). Fa capolino anche lo spirito rock ribelle della Bertè ( “Instagrammare” con i rovere fa il verso alla sua “In alto mare”).
La realtà di questi anni ’20 (da instagram a “La Casa de Papel”) viene raccontata dai Legno come lo farebbe un 30enne di oggi, con i poster in camera, come icone sacre, di Tommaso Paradiso e Niccolò Contessa, mentre sta su Netflix e contemporaneamente prende un appuntamento su Tinder.
Quello del duo toscano è un quadro attualissimo, solare, ironico, un po’ malinconico e un po’ piacione, che funziona: ci sono tutte le potenzialità per essere i nuovi fenomeni dell’indie-pop, non manca veramente niente.
(Alessio Gallorini)
