
Se in questo 2020 saturato da atmosfere rap e trap, vi mancava una band nuova che vi ridesse le gioie del buon vecchio alternative rock, graffiante, ma anche “stiloso” al punto giusto, fermatevi. L’avete trovata.
Si chiamano Viadellironia e sono Maria Mirani, Giada Lembo, Greta Frera e Marialaura Savoldi, con il supporto alla produzione di Cesareo (Elio e le Storie Tese): il loro è un esordio che mescola testi malinconici, cupi, in cui le atmosfere letterarie fanno più che capolino, con un verve frizzante, elettrica, che si impasta quasi per contrappasso con il cantato: in brani come “La mia stanza”, piuttosto che “Stampe giapponesi” avrete quella sensazione piacevole di comfort, subito seguita da uno straniamento, così come avviene nella splendida “Ho la febbre”, a cui Stefano Edda Rampoldi dà quel tocco in più che sanno dare solo i fuoriclasse. E poi, essendoci Cesareo a produrre, poteva forse mancare un cameo di Mangoni in un pezzo chiamato “Architetto”?
In conclusione le Viadellironia sono una band con tutti i crismi dell’originalità, di quelle da tenere d’occhio; e appena si potrà tornare ai live, scommetto che queste ragazze ci spettineranno ben bene.
(Alessio Gallorini)
