
Jazz e afrobeat sono le parole chiave per entrare nel magico mondo di Oscar Jerome, un giovane ragazzo under 30 di Norwich che al suo esordio esprime una maturità musicale ampiamente riconosciuta e confermata anche dagli ottimi giudizi riscossi dalla stampa inglese e non solo.
Sicuramente aver studiato nello stesso conservatorio di Fela Kuti, aver collaborato con affermati jazzisti londinesi come Moses Boyd e Shabaka Hutchings e aver ricoperto il ruolo di supporto nell’ultimo tour britannico di Kamasi Washington sono esperienze che renderebbero qualsiasi curriculum degno di attenzione. A tutto ciò va aggiunta la band rivelazione Kokoroko, un collettivo di otto elementi con all’attivo un EP omonimo di indubbio interesse, all’interno della quale il giovane talento riveste il ruolo di chitarrista.
Il bello di questo ottimo debutto intitolato Breathe Deep è trovarsi a percorrere un intreccio soul-jazz impreziosito da una vocalità lieve che riesce a trasmettere un senso di serenità come solo certa musica afro riesce a fare. Come dice Jerome: questo album vuole essere una “presentazione a tutto tondo di chi sono dal punto di vista musicale e di come sono arrivato fino a qui”.
Ed in effetti si parte dalle suggestioni R’n’B di “Sun for Someone” per poi passare alla coinvolgente “Give Back what U stole from me”, brano ripetutamente proposto dal vivo prima di immortalarne la versione definitiva su disco. La dinamica “Gravitate” poggia su un beat accattivante mentre la strumentale “Fkn Happy Days ‘N’ That” sembra un omaggio al jazz dei locali fumosi e un ideale ritorno alla musica suonata, sudata e spesso improvvisata. Non mancano momenti più riflessivi e introspettivi: la profonda “Your Saint”, ispirata dalla visione di famiglie di profughi siriani abbandonati a vagare in fredde stazioni della metropolitana parigina, il cui valore aggiunto è rappresentato dalla presenza del sassofono di Cassie Kinoshi (già Kokoroko) e dallo spoken speech cavernoso di Brother Poet (rapper originario della Sierra Leone e fondatore del collettivo artistico Steam Down); e una delicata “Timeless” è una dedica musicale per il padre in collaborazione con Lianne La Havas – giovane ma già affermata cantautrice londinese di origine greco-giamaicana.
“Breathe Deep” è un album che riesce a combinare leggerezza dell’ascolto, qualità della composizione e competenza strumentale. Merita tutto il supporto possibile.
(Patrizia Lazzari)
