
La terra è aspra ma lo sguardo è puntato dritto davanti a sé spinti da un’attitudine precisa: Optimism. Questo il titolo e il concetto essenziale del terzo album della band maliana (anticipazioni dell’album in uscita lo scorso 23 ottobre si possono leggere qui).
Il desert-rock-blues dei Songhoy Blues vuole abbracciare idealmente un pubblico vasto, che superi la divisione etnica all’interno del continente più vecchio del mondo ma che vada oltre l’idea stessa di confini, intesi come barriere.
Il calore avvolgente dei ritmi ipnotici e rassicuranti delle sonorità tradizionali africane (“Pour Toi”, “Bon Bon”) si intreccia con la carica elettrica del rock (“Baddala”, “Worry”, “Gabi”) per veicolare un messaggio di incoraggiamento e resistenza da parte di chi tragedie personali e universali le ha vissute sulla propria pelle e ha trovato nella musica una risorsa vitale: “Ora che il mondo sta attraversando una situazione difficile” – dice Aliou Touré, il cantante – è importante per noi trasmettere una filosofia ottimista ai nostri fan (…) noi riusciamo a ricavare speranza dalla musica e la pazienza è quella che aiuta a recuperare il proprio auto-controllo. Attraverso l’autocontrollo si eliminano le preoccupazioni e si può diventare ottimisti”.
Ma se essere ottimisti è una scelta di sicuro non implica un atteggiamento superficiale o di spensieratezza a tutti i costi: “Fey Fey” (forse il brano più tradizionale dal punto di vista sonoro il cui titolo significa divisioni”) affronta il tema del separatismo all’interno delle comunità africane mentre la malinconica ed affascinante “Korfo” (= catene) riguarda l’orrore dello schiavismo.
La produzione di Matt Sweeney ha cercato di riportare la carica vitale delle performance live su disco e brani come “Barre”, “Pour Toi” e “Dournia” sono i momenti più riusciti, anche rispetto alla definizione di un’identità musicale che ora mostra dei contorni più precisi.
Perfetto connubio di come tradizione e nuove generazioni possano convivere: l’importanza di sapere da dove veniamo e la libertà di decidere dove si vuole andare.
(Patrizia Lazzari)
