È possibile pronunciare parole o frasi “volgari” senza che queste vengano percepite come tali? Diciamocelo chiaramente, mandare qualcuno a quel paese può essere liberatorio ma mai come, nello stesso contesto, citare la famosa canzone di Marco Masini del 1993. Così come, schiacciandosi un dito, un “accipicchia” non sostituirà mai un porcone ben assestato. Eppure, quando si parla di genitali, soprattutto femminili, qualche reticenza sussiste ancora oggi; se la forma maschile è così diffusa da sembrare quasi un intercalare, declamare la forma femminile risulta ancora un gesto volgare, maschilista, letterariamente legato in maniera quasi esclusiva alla generazione beat.
Francesco Bianconi, in “Certi uomini”, ultimo estratto che anticipa la pubblicazione di “Forever”, il suo primo disco solista la cui uscita è prevista per venerdì prossimo, prova ad andare oltre questo schema. “Certi uomini” è, per sua stessa ammissione, “Una canzone scritta di getto, dopo una cena in cui ci si chiedeva quale fosse il motore del mondo”. L’amore? La pace? Il bene? No, la fica. Senza arrivare a contestualizzarla su un corpo, senza farne sineddoche per indicare la donna, senza nessuna oscenità correlata al termine. Essa è il motore del mondo, ciò che spinge certi uomini a compiere determinate azioni. E come tale, da lì si viene e da lì si vuole tornare.
Oggi esce Certi Uomini. È una canzone scritta di getto, dopo una cena in cui qualcuno dei partecipanti si chiedeva quale fosse il motore del mondo e che cosa spingesse gli esseri umani a compiere determinate azioni. È una canzone di vita, di febbricitante desiderio di vita, direi. E forse anche di ricerca di qualcosa di meno transitorio, di un’origine, di un assoluto. Musicalmente è molto semplice, e mi piace proprio perché è una folk song che si potrebbe anche cantare in strada, chitarra e voce. Come in tutto il resto del disco, anche qui ci sono gli archi del @balanescuquartet. Il pianoforte è suonato da Thomas Bartlett (collaboratore di Saint Vincent, Antony and The Johnsons, Sufjan Stevens), mentre @amedeopace suona un arpeggio di chitarra elettrica dal secondo inciso in poi, @ivanantoniorossi il Minimoog, io la celesta e @mirco.mariani.3 l’Ondioline. Certi Uomini si può ascoltare al link che trovate in bio. E domani una sorpresa su @applemusic Forever, il mio primo album esce il 16 ottobre 2020 per @bmgitaly. @ponderosa_music_art (Visualizza questo post su Instagram)
Musicalmente è un brano che ricorda qualcosa degli storici “Sussidiario” e “La moda del lento”, i primi album dei Baustelle, la band di cui Francesco è voce insieme a Rachele ma lo stesso Bianconi la definisce semplicemente “folk song” forse sminuendone un po’ la portata lirica. A questo punto è chiaro, come se avessimo avuto davvero bisogno di fare chiarezza sulla faccenda, che venerdì ci aspetta un disco di grandissima finezza stilistica, e mi chiedo se Bianconi abbia già deciso su quale mensola fare spazio per il Premio Tenco 2021, che ritengo inevitabile. Molto significativo anche il video, girato dai Luther Blisset nella splendida Villa Arconati di Arese (MI), che ci lancia dritti nell’atmosfera signorile di un album che, viste le premesse, non vediamo l’ora di ascoltare.