L’Irlanda è ormai diventata la patria del nuovo rock, anzi più che del rock, direi di un’ondata di post-punk di assoluto livello: dai Girl Band, ai Fontaines D.C., fino ai The Murder Capital le band irlandesi sulla cresta dell’onda sono ormai più di una e, in questa ondata, si inseriscono perfettamente anche i Silverbacks, che collaborano proprio con Daniel Fox, bassista dei Girl Band.
Fad è un esordio che non ha il furore dei concittadini Fontaines D.C., ma è permeato piuttosto da una visione del post-punk elegante e meno viscerale, anzi più intellettuale: i punti di riferimento sembrano essere i Television di “Marquee Moon”, piuttosto che un certo tipo di krautrock (Neu! in primis).
Le soluzioni chitarristiche, fin dall’iniziale “Dunkirk”, il brano più d’impatto dell’intero lavoro, risultano ben architettate e mantengono certo una loro forza, riuscendo a replicare quel fascino contorto che fa pensare proprio a Tom Verlaine e soci.
Il tutto si mescola con una predilezione per la melodia (vedi “Muted gold” o “Up the nurses”) che spiazza ma regala alla band alcune soluzioni (che fanno pensare ai Pavement), frutto anche della presenza di una voce femminile, che caratterizzano il loro sound rispetto alle altre formazioni irlandesi.
In conclusione “Fad” è un debutto che lascia presagire un ottimo futuro per la band, anche se è un disco che non ha l’impatto immediato che aveva “Dogrel” lo scorso anno, ma si muove su altri orizzonti, quelli della no wave newyorkese ad esempio: se queste sono le premesse comunque, i Silverbacks sono destinati a regalarci belle sorprese in futuro.
(Alessio Gallorini)