I Protomartyr sono una band post-punk di Detroit, Michigan. Ultimate Success Today è il loro quinto album in studio, prodotto dalla celebre Domino Records. Dopo diversi anni di gavetta, il quartetto capitanato dal anti-frontman Joe Casey e dal chitarrista Greg Ahee, è salito agli onori della critica e del pubblico mondiale con “The Agent Intellect” (2015). Si sono poi consacrati definitivamente con “Relatives in Discent” (2017), con cui sono approdati su Domino.
Personalmente mi folgorò la fresca disillusione del secondo “Under Color of Official Right” (2014), un disco che ricordo cupo e revivalista, ma anche talmente genuino e diretto da rimanere nel cuore per sempre.
Questo nuovo lavoro è composto da dieci tracce che rappresentano un tassello importante alla già ottima carriera dei nostri. Soprattutto i momenti più riflessivi (“The Aphorism“, “June 21” e “Modern Business Hyms” su tutti) colpiscono per la loro profondità sia nei testi, sempre antisistema, ed i suoni. Questi ultimi sono il riferimento unico per chi volesse approcciare musicalmente il nuovo post-punk. Il quinto album è certamente un traguardo ragguardevole per ogni band,ancor più se questo arriva a nemmeno dieci anni dall’esordio. I Protomartyr si confermano, dunque, una band prolifica oltre che ispirata. Anche “Ultimate Success Today”, infatti, non ha contiene nessun giro a vuoto e le dieci canzoni scorrono che è un piacere per le orecchie.
Oltre ai già citati brani più pacati, l’album non lesina in nervosismo e tensione con una combo iniziale di tutto rispetto. “Day Withoud End” è sorretta da una batteria incalzante e nevrotica, insieme a fiocinate chitarristiche che alzano gradualmente il disagio provato nell’ascolto. “Processed By The Boys”, invece, permette a Casey di esprimere al meglio il proprio stile declamatorio dei testi. In questi due pezzi, inoltre, come per buona parte del disco, a chitarra, basso e batteria si aggiungono fiati (soprattutto sax) e un violoncello. Questi inserimenti arricchiscono di molto la proposta e donano un’aura analogica e calda al tutto.
“Michigan Hammers” è un altro pezzo che merita attenzione. Con un testo incentrato su un leggenda locale del Michigan, è un ottimo esempio di nevrosi controllata in musica. L’idea è quella di un disagio pronto ad esplodere, ma compresso nel corpo e nella razionalità, che ci domina e non lascia uscire l’essenza. Così anche i suoni sono sempre sul punto di deflagrare, senza mai compiere quel necessario salto nel vuoto. Più audace in questo senso è la successiva “Traquilizer”, che si permette di essere maleducata il giusto.
“Ultimate Success Today” è, in sostanza, un disco maturo e, comunque, spontaneo, così come è sempre apparso il progetto Protomartyr. Un gruppo quello di Detroit troppo consapevole per risultare “giovane & trendy”, ma anche dannatamente necessario e carico un’urgenza espressiva invidiabile. Insomma il perfetto connubio per noi ascoltatori ultratrentenni mai domi dentro, ma schiacciati fuori.
(Aaron Giazzon)