Imbattersi in artisti come Machweo non è una cosa da poco. Un musicista che sin dall’esordio ha mostrato una capacità di ricerca e sintesi così scrupolosa da lasciare l’ascoltatore di fronte una infinita muraglia di folk tribale da percorrere in totale immersione spirituale.
Iniziando con “Musica da festa” e proseguendo con “Primitive music” si è andato consolidando il suo posto in quel regno di ascolti dance-folk dai popoli più caldi del pianeta, che fanno ballare le piste dei club e dei festival più sperimentali e accoglienti d’Italia, degno compagno di avventure di gente del calibro di Go Dugong, o Populous. Ma con Fire and Sea succede qualcosa di più. Succede che la lunga muraglia del Mediterraneo invece che estendersi all’infinito per pescare le sue ispirazioni lontane, si comincia a raccogliere a spirale attorno a un centro gravitazionale di free jazz. La forza centripeta si svela apertamente già dall’apertura di “Free”, e accompagna l’intera tracklist come un fil rouge che non si limita a tenere insieme elementi ma a tessere delle trame, intricate e leggere, che invece che fissare gli elementi, gli aprono una strada per la libertà, in un disco che di primo acchito sembra world music da ballare, ma presto si capisce che è molto di più. Il percorso è quello dei sorrisi, della luce dei giorni più vivi della Culla della Civiltà, delle fresche sere a rincorrere le lucciole, del bagno al mare rigenerante, delle terre arse dal calore e desolate, e delle città brulicanti. Si passa con la leggerezza di una rondine a primavera dalle percussioni saltellanti di “Hoppy Holla” tra i banchi di un infinito suq, al brusio delle carovane nel deserto rovente con “Focara”, dalla freschezza di una sorgente a rifocillarci lontano dalla civiltà con “Kalimbada” alle invocazioni di poteri sciamanici con “Clap” in un viaggio ad occhi chiusi oltre le nostre protettive sponde, al di là dell’orizzonte per scoprire quanta luce ci può essere dai nostri vicini, dove il sole sorge prima e dove tramonta dopo di noi.
Un lavoro che non tradisce le sue ambizioni che dimostra grandezza e intelligenza, per un talento ormai sbocciato, sempre più pronto a far ballare club e feste. E speriamo di poter tornare a darci calore al più presto. Quale mondo giaccia al di là di questo mare non so, ma ogni mare ha un’altra riva, e arriverò (cit.).
(Carla Di Lallo)