Le Pillow Queens sono quattro ragazze – Pamela Connolly (Voce, chitarra, basso), Sarah Corcoran (Voce, chitarra, basso), Rachel Lyons (Batteria, voce) e Cathy McGuinness (Chitarra, voce) – provenienti da Dublino che nel 2019 sono riuscite a pubblicare due Ep (“State Of the State” e “Calm Girls”) nel corso di questo periodo hanno racimolato abbastanza inediti da registrare il primo disco su lunga distanza intitolato In Waiting la cui pubblicazione è prevista per il 25 Settembre via Pillow Queens Records (qui il pre-order).
Le dieci canzoni presenti nell’album parlano delle problematiche legate alla capitale irlandese nell’ottica di giovani donne che si battono per la giustizia sociale, delle fasce meno abbienti, ma anche di chi in qualche modo cerca di rendere viva e vitale una città grazie ad artisti di varie discipline (street artist, fashion designers, musicisti e film maker) che cercano quell’unità che altrove spesso manca o è latitante.
Musicalmente invece siamo dalle parti di un indie rock con accenti ruvidi, le chitarre non temono di farsi notare anzi spesso viaggiano con la mente ai 90 del grunge e per questo non disdegnano di mostrare anche lati più melodici e riflessivi come è possibile tastare nei singoli pubblicati dal 2018 ad oggi, l’ultimo in ordine di uscita è “Handsome Wife” che la band ci presenta così: “Inizia con uno sguardo in un ritorno a casa emotivo, che intensifica e romanticizza l’apparentemente insignificante. Per tutto il tempo, i momenti banali ma teneri sono tenuti e mitizzati, rispettando la facilità con cui un amore può prosperare al di fuori dei regni della tradizione. La canzone fa continuamente riferimento a strutture e rituali che una volta erano fuori portata, ma ora sono a portata di mano. Nonostante questo Handsome Wife afferma che loro impallidiscono rispetto alle comunità che abbiamo costruito noi stessi”.
Qua sotto trovi anche i video di “HowDoILook”, “Gay Girls” e “Brothers”.
1. Holy Show
2. Child Of Prague
3. Handsome Wife
4. HowDoILook
5. Liffey
6. A Dog’s Life
7. Gay Girls
8. Harvey
9. Brothers
10. Donaghmede
Aggiornamento 20/08/20: “Holy Show è una canzone che trasmette il sentimento di rimpianto e insicurezza per le parole pronunciate in passato e le azioni intraprese, anche quando alla fine sono prive di significato. La canzone cerca di articolare il pesante fardello di essere l’unica persona che si preoccupa dei minimi dettagli di come ti presenti al mondo.” La band ci offre un altro scorcio musicale del disco, in realtà con questo brano abbiamo ascoltato già metà della tracklist, il pezzo calca la mano su un distintivo tratto sonoro guitar-oriented di memoria grungeiana ed è accompagnato da un video diretto da Kate Dolan che lo presenta così “Io e le ragazze siamo tutte queer, quindi quando mi hanno chiesto di dirigere qualcosa per Holy Show abbiamo sentito che era ora di realizzare un video che avesse una rappresentazione queer positiva. Spesso ci sono rappresentazioni di queer donne nei media che mi hanno davvero sconvolto. Spesso siamo osservati attraverso uno sguardo maschile da registi uomini. Sono spesso iper sessualizzati. Volevamo creare qualcosa che catturasse davvero la gioiosa intimità tra donne queer attraverso uno sguardo femminile”.
Aggiornamento 18/09/20: Ad una settimana dalla pubblicazione del disco le quattro musiciste decidono di buttare fuori un altro estratto, “Liffey” parte con distorsioni che col passare dei secondi si alleggeriscono per far posto al cantato, riprendendone possesso quando questo cerca riposo prima del ritornello. La canzone è presentata con un video che viene presentato così: “L’intera cosa per me è che questo video è uno sforzo per massimizzare il coinvolgimento diretto con i fan (cosa che penso sia una cosa bellissima da fare e anche davvero vantaggiosa) ed è apparentemente impossibile fare film al momento se stai aderendo alle linee guida in vigore (si riferisce alle restrizioni “covid”, ndr). Penso che questo tipo di video sia una delle poche alternative in atto per realizzare pezzi di film completamente socialmente distanziati, coinvolgendo anche la forma umana e non solo cadendo completamente nel regno dell’animazione. Nel suo cuore, questo video è una rivisitazione della storia di Medusa, basandosi sulla sua mitologia offrendone una versione alternativa e contemporanea. Unire insieme il reale e il surreale in uno sguardo immersivo e psichedelico sull’isolamento moderno in tempi incerti”.