“come vi siete incontrati tu e lei?”, comincia così, dalla curiosità banale che porta alla più classica delle domande in una conversazione tra amici, il racconto della storia d’amore e di disamore che i Perturbazione decidono di mettere in musica nel loro ottavo album in studio.
Lungo 23 tracce la band torinese costruisce il suo concept album intorno ad una coppia, che poi è qualsiasi coppia, dal momento in cui si incontrano, fra lo scambio dei numeri di telefono e la voglia di abbracciarsi, fino all’amore vero e proprio che ti impegna ogni pensiero e ti spinge a vedere una sfumatura della donna amata in ogni essere femminile che si incontra (ma ovviamente nessuna è alla sua altezza), passando per il sesso, poi per la stancante quotidianità, dapprima bellissima e poi logorante fino alla (inevitabile?) rottura fatta di silenzi e reciproche accuse, finendo poi con l’accettazione dell’assenza e quel retropensiero sempre presente che ha il sapore del rimpianto. Si poteva salvare tutto?
I Perturbazione miscelano i sentimenti e cercano di dirci che siamo tutti esseri umani, fatti di amori, propositi non realizzati e un futuro nebuloso in cui comunque dobbiamo spingerci lasciando il passato alle spalle. Questa è semplicemente vita, un’eterna verità di cui prendere atto: lo fanno tornando molto vicino alle vette di “Pianissimo, Fortissimo” e regalandoci nuovamente quel suono che ci ha fatto innamorare di loro, della loro delicatezza e della loro eleganza e che li fece avvicinare ai Belle & Sebastian.
(dis)amore è un disco che vi conforterà, vi sarà sentire compresi e vi lascerà in bocca quel gusto di malinconia che è cifra stilistica di Tommaso Cerasuolo e compagni, che si confermano una solida certezza nel panorama musicale italiano.
(Alessio Gallorini)