Nel sangue di A.A. Williams scorre musica fin da quando a sei anni iniziò a prendere lezioni di musica classica, ma è soltanto qualche anno più tardi, dopo la folgorazione avuta ascoltando i Deftones, che la sua vita musicale prende un’altra piega, quella decisamente più rumorosa rispetto ai propri studi. Inizierà a fare sul serio quando le arriverà un segnale, non dal cielo bensì dal vicolo di una strada in cui era stata abbandonata una chitarra con un biglietto, “Per favore prendimi, ho bisogno di lavorare”. Così la musicista impara a suonare la chitarra e perfeziona il suo stile che mescola partiture classiche a sferragliate post rock, e il suo EP di debutto omonimo lo dimostra. Poi se ne va a suonare a supporto di personaggi che la dicono lunga sulle sue preferenze musicali (Cult Of Luna, Russian Circles, Explosions In The Sky, Nordic Giants, Sisters Of Mercy) mentre coi giapponesi MONO si ritrova a condividerne il palco per l’anniversario dei dieci anni di attività di questi ultimi e con i quali registra pure una manciata di pezzi.
Dopo questo bel preambolo appaiono assai evidenti le intenzioni di A.A. di proseguire senza indugi il suo personale percorso annunciando l’arrivo del suo disco d’esordio su lunga distanza dal titolo Forever Blue che sarà pubblicato il prossimo 3 Luglio su Bella Union/[PIAS] (qui il pre-ordine).
Assieme alla songwriter inglese hanno contribuito in fase di registrazione suo marito Thomas Williams al basso, Geoff Holroyde alla batteria, Johannes Persson dei Cult Of Luna canta in un brano (“Fearless”), Fredrik Kihlberg (Cult Of Luna) in ‘Glimmer’ e Tom Fleming (One True Pairing, ex-Wild Beasts) in ‘Dirt’. La cosa buffa è che il titolo dell’album prende il suo nome da una canzone che poi alla fine non è riuscita ad entrare nella tracklist finale però Williams afferma che il suo “spirito” è presente negli altri inediti e che, a detta di chi ha già messo le mani sul disco, sono “caratterizzati da melodie distese e atmosfere spettrali, passando da momenti di serenità a momenti tragici ed esplosivi, spesso all’interno dello stesso brano.” Mentre riguardo i testi lei stessa afferma che “sono arrivati per ultimi, li ho sistemati ritmicamente e si collegano al resto. E poi è mio compito decifrare ciò che ho scritto! Voglio che le parole esprimano il mio punto di vista, ma permetto comunque all’ascoltatore di mappare le proprie esperienze. Lo trovo davvero terapeutico.”
Il primo singolo scelto è anche quello che apre l’intero album, “All I Asked For (Was To End It All)”, dove si avverte maggiormente l’impronta classica: la canzone infatti inizia in modo dolce, pianoforte e voce in primo piano a tenere in piedi la mini orchestra a cui si aggiungeranno, in modo defilato prima e più incisivo dopo, gli archi a creare una palette malinconica e la sezione ritmica che assieme alle chitarre spostano il peso della bilancia su sonorità decisamente più rock.
Il brano è accompagnato da un video animato diretto da Craig Murray, Williams lo presenta così “Sono così contenta di aver avuto la possibilità di lavorare con Craig Murray. Prima di sentire le sue idee, mi sono innamorata dei suoi disegni a mano, quindi ero davvero felice quando mi propose di fare un video seguendo questo stile – le trame musicali del brano si sposano perfettamente con il suo approccio organico e con gli elementi naturali.”
Aggiornamento 25/06/20: “Love and Pain” è il nuovo singolo di A.A., inizia lento con chitarra e voce a flirtare in un momento di grande intimità. Il cerchio poi si allarga facendo entrare la sezione ritmica, basso e batteria donano spessore ad una canzone che resta fino a metà una ballata elettroacustica che poi letteralmente esplode in una magnificenza post rock con tanto di elementi orchestrali a donare una liricità toccante e anche un po’ sofferente, proveniente soprattutto dalla voce della Williams. Tutto poi termina così com’è iniziato tornando in una pace ristoratrice, quella della resa.
Aggiornamento 03/07/20: Fa sempre strano sentire in piena estate un disco come questo di A.A. dove il brano più caldo non arriva ai 20° centigradi – giusto quando prendono il sopravvento elementi post rock – e dunque ci si trova al cospetto di un lavoro dal mood fortemente introspettivo e autunnale, le armonie sono suggestive così come il suo cantato sempre imbronciato. Un album che merita davvero di essere apprezzato, ma con attenzione, magari in isolamento volontario, magari pure in spiaggia, però quando fa buio e non c’è nessun altro nel raggio di chilometri.
Aggiornamento 20/05/20: In ordine di tracklist A.A. Williams fa uscire come secondo estratto “Melt”, brano che dall’anima tormentata con una prima parte riflessiva, quasi una ballad cantata in punta di voce, l’inquietudine si fa sempre più insistente tant’è che nella seconda parte la canzone prende pieghe marcatamente post rock attraverso quella progressione sonora tipica del genere che deflagra sul finale. Ecco come lo descrive la musicista “Melt si rivolge alla ricerca, al riconoscimento e all’accettazione dell’indipendenza individuale. Dopo aver solo creduto nella propria fragilità, ci si rende conto che non dipendono mai dagli altri, ma gli altri dipendono da loro. All’interno di questa nuova forza trovano conforto.”
Del pezzo ne è stato tratto pure un video che trovi qua sotto.
(un consiglio, guarda pure i video che in questi giorni sta pubblicando su YouTUbe, dove interpreta le sue personalissime cover di Deftones, Radiohead, Te Cure e Nick Cave sotto il nome di “Songs from Isolation“).