Accantonati definitivamente i The Maccabees – band inglese più volte apparsa su queste pagine (vai a recuperarti “Wall Of Arms” per poi approfondire il resto della discografia) – il frontman Orlando Weeks fa sapere di avere in cantiere un progetto solista a suo nome il cui disco di debutto dal titolo A Quickening uscirà il prossimo 12 giugno su Play It Again Sam (qui il pre-order).
L’album vede la collaborazione in fase di produzione e mixaggio dell’amico Nic Nell e di qualche ospite che ha suonato durante le registrazioni: Caruso (batteria in ‘Blame Or Love Or Nothing’ e ‘All The Things’), Sami El-Enany (piano su ‘Takes A Village’ e ‘Summer Clothes’) e Will Petherbridge (“St Thomas”). Weeks ha cercato di far confluire i questi brani tutto l’amore per i musicisti che sono stati un faro per la sua crescita artistica, si fanno i nomi di Talk Talk e Radiohead (ascoltando il primo singolo “Safe In Sound” le influenze di Yorke e soci sono evidenti) ma anche le delicate trame sonore di Bon Iver e Lambchop. Dunque sulla carta sembra un disco molto interessante e i due singoli lo confermano, pochi giorni fa è stato diffuso il video di “Blood Sugar”, diretto da Alexander Brown, la canzone è intrisa di elettronica elegante, mai invasiva, anzi sempre molto delicata così che la voce di Orlando sia l’unico “strumento” a tessere la trama sonora.
“A Quickening” è arrivato anche in un momento cruciale per la vita del musicista che stava diventando padre per la prima volta, questo aspetto ha influito molto nella scrittura finale “Stavo cercando di trovare una rotta nel mezzo di qualcosa che succede abitualmente ma che sembra ancora eccezionale.”
Aggiornamento 18/05/20: Nel terzo singolo “Milk Breath” entriamo in punta di piedi in un momento intimo della relazione tra Weeks e suo figlio, ma entriamo anche nel disco (è il primo brano) che si apre con una delicatezza commovente attraverso gli strumenti – pianoforte, sezione ritmica e voce – che sembrano suonare una ninna nanna sussurrata mentre nell’altra stanza c’è un neonato che dorme e Orlando canta “You’re a beginner, I’m a beginner too” che nel ritornello che diventa lirico (“My son, my son”).
Nel parlare della canzone il musicista spiega la sua genesi “Si tratta di guardare mio figlio dormire. Quando lo hai cullato per 45 minuti e finalmente dopo il contorcersi si è fermato e i suoi muscoli si sono rilassati e lo metti giù al rallentatore e poi ti alzi, senza respirare per altri 20 minuti pregando che dorma. In questi momenti, un ramoscello rotto nella strada sottostante è come un cassetto di posate sbattuto. L’allarme di un’auto a mezzo miglio di distanza potrebbe sembrare nella stanza con te. Ma il tuo bambino dorme in pace e lentamente anche tu lo sei.” Il visual video di “Milk Breath” è stato realizzato dall’artista Sud Coreano Myungsik Jang il quale reinterpreta in modo personale l’artwork di copertina del disco.
Aggiornamento 29/05/20: Oggi esce il video di “Milk Breath” che non altro che un’estensione del visual visto nei giorni scorsi a cui si aggiungono le pennellate animate di Orlando e fondali colorati nel finale. La regia è stata affidata a Joe Connor Shapes.
Aggiornamento 12/06/20: Il disco d’esordio di Orlando Weeks esplora in musica la neo genitorialità con leggerezza e classe, quasi jazz oserei dire, che fa sembrare il mondo un posto migliore dove poter procreare senza temere quel minaccioso futuro che si staglia davanti i nostri corpi.
Un album delicato, dai suoni ovattatti, quasi impalpabili (Justin Vernor è sempre dietro l’angolo ma senza autotune, per fortuna), suonato in punta di piedi forse per evitare di svegliare il pargolo o accompagnarlo durante quel riposo ristoratore. Canzoni, come tante ninne nanne, accompagnano l’ascoltatore verso un posto e un viaggio onirico da intraprendere in solitaria perché quando sogniamo, lo facciamo da soli e nessuno può proteggerci lì, tuttavia sappiamo che qualcuno può vegliare qui, da quest’altra parte, mentre aspetta il nostro ritorno. E “A Quickening” è il disco giusto da scelgiere per intraprendere quel viaggio o per prepararsi a compierlo. E in questo è stato davvero molto brano e attento papà Weeks!
(Antonio Capone)