Nuovo talento londinese, Jeshi nasce come rapper autodidatta, senza grandi pretese se non seguire la sua passione. Il suo più grande sogno? Suonare con Toro Y Moi. Tra le sue collaborazioni, un tour con Slowthai, alcuni pezzi prodotti dal connazionale Mura Masa e un suo featuring nell’ultimo album di Celeste (“Summer”, ndt).
Il bello è che si parte dal rap per approdare ad un genere senza nome, dove il flow elettronico si avvolge intorno ad un certo soul vecchia maniera; colpiscono brani come “Same Songs” (con il suo mood cupo adagiato su tappeto sonoro soft) e “30,000” (con Celeste a ricambiare il favore in un pezzo dove voce e musica si fondono a creare un momento di inedita e complice intensità) ma è con “Coming Down” che si raggiunge l’apice: un pezzo perfetto nella melodia e nell’esecuzione, dove il beat elettronico e le atmosfere più calde rendono impossibile un ascolto distratto.
E se sul profilo Facebook di Jeshi alla voce Genere corrisponde un nichilistico “Fucked” per capirci qualcosa di più è opportuno riportare le parole di presentazione di questo “Bad Taste EP“: “si chiama EP ma in realtà è molto di più, almeno per me. Ci ho lavorato due anni con l’obiettivo di rappresentare un’introduzione sonica al mondo che mi sono costruito intorno e penso di aver fatto un buon lavoro. Le mie precedenti uscite non erano un granché ma questo è davvero il primo lavoro di cui mi sento orgoglioso. Ascoltatelo dall’inizio alla fine”.
Sarebbe da premiare anche solo per la sincerità ma se, in questi tempi di veloce fruizione – dove una piattaforma come Spotify elimina all’istante tutto ciò che non viene ascoltato per più di 30 secondi (!) – dovessi far corrispondere un altrettanto essenziale commento per convincere i lettori a seguire il consiglio di Jeshi scriverei: ne vale la pena.
(Alessio Gallorini)