Ogni Piano Day porta con sè iniziative e progetti sempre molto interessanti e da tenere d’occhio (fai una ricerca sul sito per vedere cosa è stato proposto negli anni scorsi), quest’anno la cosa più interessante ce la propone il fondatore di questa bella iniziativa volta a far conoscere e puntare i riflettori sullo strumento “classico” per eccellenza: Nils Frahm pubblica di Empty, nuovo disco di inediti che arriva a sorpresa proprio il giorno della “Festa el Pianoforte”.
Pubblicato sempre su Erased Tapes l’album contiene otto inediti nati nel periodo in cui il musicista tedesco ebbe un incidente rompendosi il pollice, durante quella fruttuosa convalescenza compose “Screw” e tantissime altre annotazioni sonore rimaste a prendere polvere per diversi anni e rimesse a lucido proprio ultimamente. Composizioni che trovano spazio, seppur il titolo parla di assenza di esso, in questi giorni di quarantena forzata a causa della pandemia globale. Questa la lettera di che Nils ha scritto ai fan per presentare “Empty”: “Quando sono tornato dall’ospedale con il pollice rotto e ho ascoltato le registrazioni, ho sentito che erano incompiute. Ho deciso di metterle da parte e ho iniziato a lavorare sul mio mini album, Screws. Molte altre annotazioni di piano sono state suonate fino a questi giorni, e prima che ce ne dimenticassimo, ho pensato che sarebbe stato un buon momento per condividere queste ninne nanne con voi. Spero che vi aiutino a rimanere forti e calmi in questi giorni di solitudine, nonostante le difficoltà, possiamo scoprire l’introspezione e la riflessione in modalità inaspettate. Chissà che non sia utile a qualcosa. Coon tanto amore, Nils.”
Dunque un disco suonato in punta di piedi, anzi di dita, dove è possibile avvertire i rumori d’ambiente provocati dal corpo in movimento di Frahm durante l’esecuzione. Brani che assomigliano a sussurri gentili in cui il vuoto si fa presenza, si sposta diventando tangibile; un elemento che accompagna il tocco dei tasti, musica che rimane sospesa, leggera e pura come etere, ma al tempo stesso contemplativa e densa, a sostegno di immagini girate per un film, per cui inizialmente tutto è nato, un cortometraggio dell’amico e regista Benoit Toulemonde.
Alla fine dell’ascolto “Empty” diventa un balsamo lenitivo per questi giorni incerti, in cui l’essere umano sta facendo i conti con il proprio modus vivendi, in cui nulla ci sembra duraturo e tutte le certezze scivolano via. Un disco su cui meditare e riflettere, ma anche un disco che porta con sé una malinconica leggerezza. La colonna sonora ideale di questi tempi.
(Antonio Capone)