Già parte integrante dei Criminal Jokers insieme a Francesco Motta e adesso diventato il quarto membro ufficiale degli Zen Circus, Francesco Pellegrini ha deciso che era arrivato il momento di provare anche l’avventura solista, per fermare un momento di crescita personale anche attraverso la musica: dopo un tour di alcune date già a fine 2019, il 14 febbraio 2020 è uscito il suo primo singolo, “Boxe”, con video di Valentina Cipriani (che potete vedere sotto), anticipazione del suo disco di prossima uscita. Ci siamo fatti raccontare da lui cosa lo ha portato a voler fare questa nuova esperienza.
Quanto è cambiato Francesco dall’esperienza iniziale con i Criminal Jokers a quella attuale con gli Zen Circus?
Per quanto gli anni passino più velocemente del previsto c’è sicuramente la stessa motivazione che mi ha spinto a scegliere questa strada proprio con l’ingresso nei Criminal Jokers. All’epoca era difficile trovare un coetaneo che credesse veramente nella musica quanto ci credevo io ed è proprio questo che trovai in Francesco Motta una decina d’anni fa, andammo in Irlanda a suonare per strada per circa un mese e mezzo, una volta tornati avevamo definitivamente deciso che vita volevamo per noi, questo ci ha legato e ci lega tutt’ora. Gli Zen Circus per me sono praticamente una famiglia e lo erano in parte già prima di entrare nella Band, adesso la consapevolezza è sicuramente maggiore, sotto tutti gli aspetti, ma il bisogno di condividere è esattamente lo stesso.
Cosa ti ha spinto a provare questa avventura solista?
Ho sempre scritto parole, poesie, canzoni, è importante fissare delle cose dall’esperienza perché la vita a volte è un libro aperto ed è importante guardarci attraverso secondo me. Credo che le canzoni siano un mezzo potente di autoanalisi gratuita, al momento io le sto utilizzando così, la mia musica parla di me, delle mie paure, della mia strada e delle persone che ne hanno condiviso un pezzetto con me. Un paio d’anni fa ho sentito forte l’esigenza di raccontarmi in un momento importante di crescita personale, di tirare le somme per capire meglio dove volessi andare dopo anni davvero molto densi. Credo che chiunque debba scrivere almeno una canzone nella vita.
Il tour si intitola “Canzoni che non esistono” proprio perchè ancora non pubblicate su supporto fisico… a quando il grande passo della pubblicazione?
“Boxe” è il primo di 3 singoli che usciranno, seguiti di conseguenza dal disco in primavera. È un lavoro che è durato due anni e finalmente è proprio come lo volevo, sulla produzione ha lavorato al mio fianco Andrea Pachetti dello studio 360 di Livorno ed hanno partecipato alle registrazioni musicisti molto validi come Simone Padovani (batteria e percussioni),Beppe Scardino(sax baritono e flauto), Filippo Ceccarini (tromba), Fabrizio Pagni (rhodes e tastiere), Elisabetta Casapieri (violoncello) Fabrizio Balest (basso), Andrea Pellegrini(pianoforte) e Chiara Pellegrini (voce). Ci sarà anche qualche ospite che per adesso non posso annunciare.
Raccontaci qualcosa di più di queste canzoni e cosa te le ha ispirate.
In un momento di forte crescita personale ho sentito che quello che mi veniva scrivendo era il riflesso di quello che avevo dentro, trovare il canale non è facile e non tutti i momenti della vita te lo permettono. Queste canzoni parlano della mia esperienza fino a questo momento attraverso immagini, ricordi, pensieri, paure e confronti, ci sono le persone con le quali ho condiviso questa parte importante del percorso.
In alcune date sei stato accompagnato da Andrea Pellegrini, tuo padre. Com’è suonare con un genitore?
La scelta di ingaggiare mio padre per questo tour di anteprime è stata dettata da una duplice esigenza: avevo bisogno di un bravo pianista che conoscesse l’armonia e padroneggiasse bene l’improvvisazione, perché nel disco oltre ai testi c’è la musica, cercavo un musicista che mi sostenesse perché in duo, soprattutto in acustico, si è un po’ sempre “sulle uova”. C’è però un’altra motivazione sicuramente più profonda che riguarda la sfera personale: ho scritto queste canzoni interamente seduto al pianoforte e dopo un po’ mi sono accorto che dentro a quel pianoforte stavo cercando anche un pezzetto di mio padre. Per alcuni anni, dopo la separazione dei miei, ci siamo vissuti poco e questa mi sembrava un’opportunità per riscoprire il rapporto. Sicuramente un’ottima occasione per capirmi di più, che alla fine è quello che mi interessa in questo momento.
C’è qualcuno con cui vorresti duettare su una delle tue canzoni o a cui la vorresti sentir cantare?
Ho scelto gli ospiti del mio disco in base al rapporto personale ed artistico coltivato in questi anni quindi si … ci saranno dei “duetti”. Sicuramente un artista con cui mi piacerebbe “duettare” anche a livello di scrittura è Dario Brunori.
(Alessio Gallorini)