Forse vi ricorderete di Sem&Stenn, star di X-Factor 2017 con le loro sonorità dark wave, le cui performance sono diventate dei veri e propri cult, contribuendo anche a sensibilizzare contro ogni tipo di omofobia e discriminazione (i due sono anche ambasciatori della comunità LGBTIQ+); adesso decidono di unirsi con CRLN, cantautrice classe ’93, dal sound in bilico tra indie-pop ed elettronica (ascoltare per credere il suo “Precipitazioni”) e dare alla luce un singolo dal titolo “Ho pianto in discoteca”: Un brano per chi, almeno una volta, avrebbe voluto lasciarsi andare alla musica e alle lacrime in discoteca. Un punto d’incontro trascinante e passionale per i tre artisti che hanno in comune l’aver subito episodi di discriminazione durante due delle loro esibizioni nel 2018: CRLN all’Indiegeno Fest (ME) prima del live di Gemitaiz e Sem&Stènn al Wired Next Fest di Milano. Li abbiamo incontrati per farci raccontare qualcosa di più della loro collaborazione:
Come è nata la voglia di collaborare?
S&S: Dal primo momento in cui ci siamo conosciuti. Pur facendo cose diverse siamo molto vicini. Ed è nata l’idea di provare a fare un mix tra il drama mood di CRLN e il nostro party mood. Piangere in discoteca è stato un attimo.
CRLN: L’iniziativa è partita da S&S. Io ero nella mia casetta studio a scrivere il mio prossimo album e mi è arrivato un messaggio da loro. Mi chiedevano se volessi fare un pezzo insieme. Un pezzo triste, ma anche no. Tipo un pianto in discoteca. Con questa proposta mi avevano già conquistata.
C’è qualcosa che invidiate all’altro artista o che vorreste “rubargli”?
S&S: Più che invidiarle qualcosa ci piace rivedere in lei la voglia di fare bella musica a prescindere da tutto, e il sapere dire no a molti per mantenere uno standard di qualità elevato.
CRLN: Vorrei avere l’energia e la sicurezza che loro hanno in tutto. Sem & Stènn sanno chi sono, sanno cosa vogliono e sanno chi vorranno diventare. Io invece quando mi guardo allo specchio o dentro, a volte quasi stento a riconoscermi.
Sia CRLN che Sem&Stenn siete stati vittima di episodi di discriminazione durante dei live, come ricordate quell’esperienza? E ha cambiato in qualche modo il vostro approccio al live o alla musica in generale?
S&S: Sul momento, è davvero mortificante. Per noi, per la nostra arte, per tutto. Le aspettative che qualcuno prenda le tue difese non le abbiamo più, perché non è mai successo. Resta la voglia di cambiare questo mondo e liberarlo dagli stereotipi del patriarcato.
CRLN: Ricordo quell’episodio e quel periodo di denuncia con molto dolore. Ero da sola a combattere la mia guerra. Non avevo “l’appoggio fisico” di nessuno. Ho ricevuto tanti bellissimi messaggi di solidarietà ma poi la sera mi ritrovavo da sola ed esausta con tutti i miei pensieri addosso. Personalmente però dopo quell’episodio e dopo la conseguente denuncia ho acquisito tanta forza e anche tanta consapevolezza della realtà che mi circonda. Ho sicuramente perso molta fiducia nel mondo musicale. Ho visto prima la solidarietà da certi colleghi e poi chiudermi la porta in faccia appena iniziava a diventare scomodo starmi vicino. Non è una favola starci dentro. Qui ci si vende per arrivare e si fa “amicizia” per convenienza. Non frega quasi a nessuno di come sei veramente. Oggi, a un anno di distanza, prendo tutto con più filosofia. Non ho le stesse ansie da prestazione che avevo una volta e l’ambiente musicale italiano che tanto mi spaventava, oggi per me è diventato un meme vivente. Dicono che ridere faccia bene.
C’è ancora una forte discriminazione, secondo voi, nel mondo della musica (addetti ai lavori o pubblico che sia)? E come si educa il pubblico italiano?
S&S: Il mondo della musica sembra aperto, inclusivo, ma non lo è per niente. Se pensiamo ai coming out di cantanti italiani, se ne contano davvero pochissimi, in proporzione a quanti lo sono “nel loro privato”. Essere queer in questo business è visto da molti come trash, ma se è un maschio etero a farlo diventa geniale. L’appropriazione culturale ai danni della comunità LGBTQI+, senza darne i dovuti credits, è imbarazzante. Il pubblico lo si educa con la provocazione: devi stimolare reazioni negli altri, diversamente si rimarrà sempre al solito livello come è successo per anni in Italia.
CRLN: Si educa parlando con il proprio pubblico. Non c’è bisogno di ricordargli ogni due secondi che hai fatto un disco d’oro grazie a loro, se poi quel pubblico è lo stesso maleducato che discrimina e ragiona male. L’omofobia e il sessismo sono entrambe discriminazioni che però si comportano e hanno un background diverso. Il sessismo è radicato nei ragionamenti. È così insito nel modo di pensare popolare che gran parte delle donne neanche si rende conto di subirlo. L’omofobia è una discriminazione molto più d’urto. È palese e manifesta. Fa sicuramente più male sul momento. Sono entrambe delle differenziazioni disgustose. Se non ne parliamo, non denunciamo e non difendiamo proprio noi artisti che abbiamo più voce per parlarne chi dovrebbe farlo? Il mio gatto?
Anche recentemente c’è stata una querelle tra Fedez e Tiziano Ferro, in cui quest’ultimo ha fatto notare a Fedez quanto un certo lessico sia discriminatorio, che ne pensate?
S&S: Le parole sono importanti, ma anche pensarci prima è importante. Diamo il benvenuto a Tiziano Ferro nel nostro mondo, dove non si è sempre protetti e a volte si diventa bersagli. E’ anche vero che il tempo e le esperienze cambiano anche il nostro modo di esprimerci e di pensare, e pensiamo che Fedez sia molto diverso da quel testo.
CRLN: Ho letto qualcosa. Non credo che Tiziano Ferro volesse precisamente ed esclusivamente accusare Fedez. Credo che dal momento del suo coming out ne abbia sentite e subite di ogni anche da parte di colleghi e addetti ai lavori. Ha voluto dichiarare in generale la sua condizione discriminata. Io credo che nel 2019 scrivere testi prendendo in giro gli stili di vita altrui sia una roba da sfigati. Non ho altro da dire.
Il vostro pezzo si intitola “Ho pianto in discoteca”, c’è un episodio che vi ricordate, di un concerto o un vostro momento di vita privata, in cui vi siete lasciati del tutto andare?
S&S: Avendo passato una vita nei club, posso dirti che è successo di ogni. Forse un giorno raccoglieremo le nostre avventure in un libro
CRLN: Lasciarmi del tutto andare non è proprio nella mia indole. Di base cerco sempre di tenere tutto sotto controllo, ma ci sto lavorando su. Mi viene da pensare a tutte le volte che litigavo con il mio ex e mi ritrovavo in un angolo di un club a piangermi addosso. Era un loop costante. Oggi sicuramente spegnerei il telefono e mi butterei in pista con vodka redbull in mano.
Avete in progetto magari un tour insieme nel 2020?
S&S: Partiremo in tour l’anno prossimo e perché no riunirsi in una data o più. Sarebbe bellissimo.
CRLN: No ma mi piacerebbe spuntare ogni tanto, qua e là, nel loro tour.
(Alessio Gallorini)