Contro ogni pronostico i Diiv (ma soprattutto il chitarrista/cantante Zachary Cole Smith) ce l’hanno fatta e sono riusciti a pubblicare il terzo album (dopo l’acclamato “Is the Is Are” del 2016 e il debutto del 2012, Oshin). I gravi problemi di dipendenza di Cole sembrano essere risolti e il tour con i Deafheaven pare aver fatto ritrovare l’ispirazione di un tempo al quartetto newyorchese.
Questo Deceiver è un album maturo e ben ideato, grazie anche alla produzione di Sonny Diperri (My Bloody Valentine, Nine Inch Nails); il suono deve molto allo shoegaze che tanta fortuna ha avuto negli anni Novanta ed echi delle band più rappresentative di quell’epoca definiscono l’ossatura portante dell’intero disco. Ma si intuisce una profondità e un’intensità in ogni composizione grazie alle quali “Deceiver” emette luce propria, frutto di un lavoro persistente e motivato; come afferma il bassista, Colin Caulfield “Cole e io abbiamo scritto le parti vocali nello stesso modo in cui la band ha fatto con quelle strumentali, abbiamo buttato giù tutte le idee che ci venivano in mente fino a che, pian piano, tutto ha cominciato a prendere forma e ad avere un senso. È stato un dialogo costante tra quello che ci piaceva di più e quello che ci serviva di più”.
E sembra che questa ritrovata consapevolezza del gruppo nel suo insieme coincida anche con la rinnovata energia del cantante che in uno dei pezzi più belli – “Between the tides” – recita “Apologize for all I see/For everything I used to be”.
Nel complesso un disco molto gradevole, con una perfetta fusione tra melodia e rumore e un cantato particolarmente incisivo, perfettamente integrato in un magma avvolgente e di grande impatto sonoro. Bentornati!
(Patrizia Lazzari)