Chi conosce Le Braghe Corte avrà familiarità con il nome Filippo Zironi, membro del gruppo bolognese che qui si presenta con il moniker Be a Bear e attraverso cui ha già avuto modo di pubblicare due album e da domani anche un Ep intitolato Martin Doesn’t Agree su etichetta Il Piccio Records.
Per chi si affaccia per la prima volta nel mondo di BaB deve sapere che il suo electro pop viene completamente disegnato con uno smartphone – nel senso che con quest’ultimo ci fa tutto, dalla composizione fino alle fase finali di registrazione e missaggio – ma anche con gli “strumenti giocattolo” presi in prestito da sua figlia. “Martin Doesn’t Agree” è composto da 1 brano edito e 3 inediti nati durante i precedenti album ma che per qualche motivo non ci sono finiti dentro. La sua personale concezione di musica elettronica unita a sfumature brit ha dato vita ad un originale bear-pop che da oggi, e per qualche giorno, potrai ascoltare e scaricare gratuitamente attraverso la traccia che dà il nome al mini disco, ne abbiamo approfittato per fare qualche domanda all’orso bolognese che, a dispetto della sua natura, si è rivelato invece molto disponibile al confronto. Qua sotto trovi l’intervista e più giù il player.
Intanto chi è Martin e su cosa non è d’accordo?
Non è importante chi sia Martin, non voglio rilevare la sua vera identità. Rappresenta però per me qualcuno di grande, un saggio che ti dice che bisogna “svegliarsi e cambiare”. Una specie di Dio che però viene ascoltato e seguito dalla gente. Il mondo non può continuare così e l’uomo ne deve essere consapevole.
Come ti è venuto in mente di utilizzare solo uno smartphone per realizzare la musica di questo progetto?
In realtà è nato tutto per caso, come capita spesso nelle cose originali. Semplicemente una questione di necessità: unire le tante idee al pochissimo tempo disponibile. Non sono un nerd o un fissato della tecnologia. Ognuno di noi ha un cellulare in tasca, ecco, io lo uso nei momenti “morti” per farci della musica… e non solo. Infatti tutto nel progetto Be a Bear viene fatto con lo smartphone, dalla grafica alla comunicazione, dalla musica ai video.
Non credi che la tecnologia delle app da un lato faciliti l’approccio alla musica, anche ad uso di totali incapaci, e dall’altro la svilisca?
Può essere, pensa che io vengo dal mondo punk-rock (15 anni con Le Braghe Corte), per me la “vera” musica è quella suonata in saletta, sudore, chitarra, basso e batteria! Però ho imparato, crescendo, che la musica può anche essere altro, ho imparato ad apprezzarne ogni sfumatura e a concentrarmi sulle idee, sul risultato finale, non solo sugli strumenti usati o su come è stata composta. E comunque anche il grande Damon Albarn ha fatto coi Gorillaz un album “di questo tipo”, con un iPad, no?!
Com’è nato il brano che abbiamo in download esclusivo e se dovessi introdurre qualcuno al suo ascolto in che modo lo faresti?
Mi ricordo ancora benissimo le sensazioni sulle prime note, vibrazioni positive e di riflessione sulla vita. Da lì è poi nata velocemente la canzone e come mi capita sempre, nella mia testa avevo già le immagini collegate alla musica, ovvero il videoclip. Consiglio assolutamente l’ascolto guardandolo (qua sotto, ndr).
Ultima menzione per la copertina: la ragazza sembra avvicinarsi a qualcosa di minaccioso nascosto tra la vegetazione. E invece?
Bravo, infatti non c’è in realtà niente di minaccioso ma la copertina evoca più qualcosa legato alla curiosità e all’esplorazione…”esplorazione di se stessi”! Cosa troverà la ragazza dietro quegli alberi?! Ognuno avrà la propria risposta!
Hai già delle date? Sul palco con quale strumentazione ti presenti?
Sono fermo per “motivi familiari”… un po’ la classica scusa che si usava quando si andava a scuola! Comunque sul palco ho ovviamente l’iPhone, la winebox guitar (una chitarrina costruita da me) e diversi giocattoli rubati a mia figlia!