A prima vista il nome Su Shaw potrebbe ingannare chi lo legge facendo pensare ad una ragazza di origini orientali e invece la musicista ha un’asse abbastanza inusuale, Scozia/Portogallo, luoghi che insieme all’Islanda hanno plasmato i suoni provenienti dal suo esordio a nome SHHE il cui disco omonimo di debutto che arriverà l’11 Ottobre via One Little Indian.
Ogni canzone è parte di un viaggio prima di tutto interiore che poi si proietta all’esterno, il linguaggio scelto è quello dell’elettronica “dreamy”, con synth rarefatti e chitarre riverberate che fanno da guida al cantato morbido di SHHE – ce la immaginiamo in questo suo cammino tenere una mano ad Anja Franziska Plaschg (Soap & Skin) e dall’altra a Elena Tonra (Daughter) – come ben rappresentato dai tre singoli svelati nel corso di questi mesi, l’ultimo in ordine di uscita è “Saint Cyrus” (gli altri sono “Boy” e “Eyes Shut”). Riguardo le tematiche delle canzoni afferma “mettono in discussione la mia identità, in maniere diverse e su diversi livelli.La tua identità può essere facilmente influenzata da ciò che ti circonda. Questo è stato il tema alla base di molta musica che scrivo. A volte è difficile ricordare chi eri prima che accadesse qualcosa di specifico. L’ho scoperto quando mi sono trasferita per la prima volta a Dundee. Ho iniziato a mettere in discussione molte cose sulla mia vita in quel momento, sulle decisioni che avevo preso e su come avevano influenzato altre parti della mia vita. Ho scoperto che non ero stata davvero onesta su molte cose. Ecco di cosa parla “Eyes Shut”. Un’ammissione che mi nascondevo o camuffavo il tutto da molto tempo. All’inizio lo stavo usando come una forma di protezione, ma penso che sia cresciuto in modo malsano fino a un punto in cui non mi riconoscevo più.”
Poi si addentra nella registrazione del disco spiegando la sua genesi “Ho fatto il disco a casa, registrando tra le 23:00 e le 3:00 perché quelle erano le uniche volte in cui tutto era abbastanza silenzioso per le registrazioni. Sembrava che gran parte del disco fosse stato realizzato in uno stato di semi-sonno”.
Infine accenna all’esperienza avuta in Islanda e della conseguente decisione di guardarsi dentro attraverso la pratica meditativa “È stato in Islanda nel 2018 che ho trovato un modo per riunire musica e natura – attraverso un progetto chiamato D Y R A, che utilizzava paesaggi e sonno come metodo per creare suono ed esplorare stati di coscienza alterati. Durante questo periodo, ho anche iniziato a sperimentare i miei stati coscienti. Quando sono tornata a casa, ho iniziato a praticare la meditazione trascendentale.” Qua sotto i video dei tre singoli pubblicati ad oggi.
Aggiornamento 11/10/19: Nel primo player è disponibile l’Ep omonimo di SHHE.