Nati nel 2015, i Crows, quartetto dal nord di Londra, arrivano dopo due EP al debutto sulla lunga distanza e bisogna dire che la stoffa c’è tutta: seguendo la lezione dei The Jesus and Mary Chain (ma anche dei mai dimenticati Joy Division) i nostri sfoderano un disco potente, in cui la matrice post-punk si mescola con una verve radiofonica che fornisce la definitiva strada da percorrere.
“Chain of Being” è la canzone manifesto di “Silver Tongues”, un pezzo frizzante e frenetico al punto giusto, da cui è impossibile non lasciarsi trascinare, mentre la voce di James Cox è penetrante nel cantato e melodrammatica al punto giusto mentre parla della religione utilizzata come stampella. Delirante e inquieto nella litania punk di “Crawling”, Cox, ben sorretto dalla chitarra di Steve Goddard, si fa poi più mellifluo e mefistofelico in “First light false face”, splendido pezzo che sembra partorito dal Nick Cave più sciamanico e che ci avvolge nei suoi quasi otto minuti di durata.
Siamo di fronte ad uno degli esordi più interessanti dell’anno per chi ama certe sonorità e certi anfratti oscuri eppure violenti del rock. Con la certezza che certi brani dal vivo suonino ancora più potenti.
(Alessio Gallorini)