I canadesi Mode Moderne si muovono ormai da circa dieci anni in un sottobosco di new wave e post-punk che è una fiamma che non sembra volersi spegnere, e di cui parliamo spesso, anche se nella fittezza delle sue fronde comincia a scarseggiare l’ossigeno ed è sempre più difficile emergere davvero in quel contesto.
A quattro anni dal precedente “Occult delight”, il percorso sembra essersi tracciato senza troppe deviazioni, anzi, alcuni pezzi si pongono come la prosecuzione spirituale di quell’esatto sound, tra spleen e riverberi massicci (emblematica l’apertura con “Oui Madame” che mette subito le cose in chiaro). Alcuni pezzi sembrano addirittura ancora più “occult” dei pezzi realmente finiti nel lavoro precedente (“Gastown nights”), ma non mancano escursioni nelle forme pop, all’incrocio tra parti vocali dei Manchester Orchestra e i beat da club anni ‘80 di Billy Idol (“Dazzling dreams”, “Hounds of love”), complice una scansione di basso dinamica e potente. Un po’ lo stesso insegnamento raccolto anche dai Black Marble, e anche quando sono le chitarre a modellare atmosfere, si scivola in una meravigliosa decadenza, un po’ smithsiana, melodica e teatralmente malinconica (“Piss and flowery poetry”, “Moderne Love”).
Anche a questo giro si conferma che non si esce vivi dagli anni ‘80, o almeno si esce deviati per sempre. E nel magma sciolto e rovente del mondo post-new-wave i Mode Moderne provano a solidificarsi per restare, attorno al loro nucleo new wave, sì, ma cercando di attirare a sé le più fluide leggerezze pop, suggerendo aspirazioni da dancefloor. Ambizione auspicabile, che merita il nostro supporto visto che nell’evoluzione della specie sopravvive solo chi riesce ad adattarsi ai cambiamenti.
(Carla Di Lallo)