Non ha fretta Roberta Barabino. Nessun meccanismo discografico le ha fatto pressione per far sì che pubblicasse un nuovo disco dopo essere arrivata in finale al Premio Tenco nel 2012 con “Magot” come “Migliore Opera Prima”. La musicista genovese invece se n’è andata in giro a suonare, fare esperienze, continuare e prendere confidenza con il palco, con il pubblico, con se stessa e le sue canzoni. Così a 8 anni dal quel debutto Roberta annuncia l’arrivo del suo secondo album dal titolo Il Tempo degli Animali che arriverà a Settembre ed è stato prodotto ancora assieme a Raffaele Rebaudengo (violista degli Gnu Quartet). Il disco è sì da considerarsi solista ma in realtà la cantautrice genovese si è lasciata accerchiare da amici e musicisti “collaudati” con i quali ha dato vita a dieci inediti (undici se contiamo il remix finale ad opera del producer Roberto Agus), in ordine sparso troviamo: Bernardo Russo, Jacopo Ristori, Alessandro Paolini, Saverio Malaspina, Lorenzo Capello, Tina Omerzo, Silvia Manfredi, Stefano Cabrera, Tom Stearn, Alessandro Alexovits, Deian Martinelli, Tristan Martinelli, Raffaele Rebaudengo e Mattia Cominotto.
Il comunicato stampa che accompagna la notizia parla di un disco che “raccoglie dieci canzoni dalle sonorità avvolgenti e a tratti ipnotiche che portano chi ascolta in un mondo onirico attraverso uno stile molto personale, sia nella composizione che negli arrangiamenti.” Mentre dei testi si legge che “sono lettere mai spedite, desideri, piccole storie autobiografiche e di altre vite. C’è per esempio una donna che mentre impara a ballare il tango si innamora di nuovo della vita, un pescatore che canta del suo amore per una carpa, un valzer danzato nella totale incomunicabilità, sinistro e zoppicante, un’isola che non si può lasciare, il racconto di un senso di inadeguatezza, l’incontro in sogno con la nonna,, la ricerca di una madre… e la continua sensazione, nei testi e nelle sonorità, di qualcosa che è iniziato e mai finito un po’ come un mantra.”
Qui su Shiver abbiamo la possibilità di ascoltare in esclusiva il secondo singolo “Uovo in bilico” – il primo è stato “Chi sei”, uscito qualche mese fa – qui proposto in una versione inedita poiché eseguito dal vivo all’interno dello Studio K di Genova assieme al violoncello suonato da Laura Monti. La canzone mette i brividi per intensità: per buona parte si fa largo una strisciante inquietudine che però si allenta un po’ nel finale, quando le melodie si fanno più luminose lasciando entrare un po’ del calore che avvolge lo Studio. Del singolo è stato realizzato un video diretto da Fulvio Masini il quale, nonostante il clima crepuscolare degli arrangiamenti, riesce appunto nell’intento di creare un’atmosfera di percepibile tepore che abbraccia le due musiciste mentre eseguono il brano.
In occasione dell’anteprima video ho scambiato qualche impressione con Roberta sul disco, sulla canzone in questione e sulla realizzazione del clip.
Il tuo debutto “Magot” è stato definito “disco del mattino” mentre questo nuovo lo hai calato in un’atmosfera più notturna. Sentivi l’esigenza di cambiare registro o è stata una naturale conseguenza arrivata attraverso le esperienze che hai fatto in questi anni?
Il cambio di atmosfera rispetto a Magot è avvenuto spontaneamente, dipende sicuramente dai testi e dalle melodie delle canzoni di questo disco nuovo che in effetti , almeno in parte, sono un po’ meno confortanti rispetto a quelle di Magot. Ha corrisposto al mio bisogno di esplorare luoghi meno luminosi e leggeri a livello sonoro, più in armonia con il senso dei brani e quindi anche dei miei vissuti.
Un breve accenno al titolo del disco, Il Tempo degli animali: sembra quasi un manifesto animalista, ma in realtà ho trovato in rete anche una filastrocca con questo titolo. E invece?
Il titolo nasce da una canzone che porta questo nome e che ha per me un testo importante perché è autentico, è arrivato seguendo un filo molto irrazionale e non vedo sempre l’ora di poterlo suonare a qualcuno. È una canzone che mi ha permesso di liberare immagini intense , seppur in forma non molto esplicita, che non trovavano pace nei miei pensieri . Nella canzone io parlo del tempo degli animali come fosse un ritmo che noi umani abbiamo perso, perdendo così il senso e l’armonia naturale che ci lega al mondo. Però poi ognuno può sentirlo in modo diverso, è un’idea aperta a tante possibilità. La filastrocca non la conosco ma ora la vado a cercare!
La spettralità dei suoni di “Uovo in bilico” si fonde con la tua voce sicura e rassicurante, questa dicotomia mi ha portato alla mente due musiciste che apprezzo molto e alle quali mi sento di accostarti: Marissa Nadler ed Emma Ruth Randle (ti consiglio gli ultimi album di entrambe). Quali sono state invece le tue ispirazioni per questo lavoro?
Grazie per i bellissimi accostamenti ! Ho scoperto di recente Emma Ruth Randle in particolare e trovo fantastico il suo ultimo disco. Le mie ispirazioni non le ho chiarissime, un disco che ho ascoltato all’infinito negli ultimi anni è Apocalypse di Bill Callahan. Lui per esempio ha una voce profondissima, direi non rassicurante ma sicuramente avvolgente e le costruisce tutt’intorno un mondo sonoro intenso e a volte ruvido, stridente. Poi io sono appassionata di Nico (che fu cantante dei Velvet Underground), di Nina Simone, e per esempio anche di Lisa Germano, una cantante americana che tocca corde inquietanti ma con un fondo di dolcezza. Amo le dicotomie che non si escludono a vicenda, in tutti i campi, le trovo tanto stimolanti, a volte difficili ma emozionanti.
Forse è una mia impressione ma ascoltando questo singolo ho immaginato un amore non corrisposto. In realtà cosa racconta?
Si “Uovo in bilico” racconta di un amore non corrisposto, ma ancor più della difficoltà di esprimere quell’amore, racconta quel blocco che si crea quando non si riesce a comunicare per paura. Le canzoni però permettono di rendere manifesto tutto quel che si vuole e scrivere questa in particolare è stato fonte di grande liberazione per me.
Il titolo invece mi ha rimandato al finale di Inception dove non si sa se la trottola si ferma o continua a girare, nel tuo caso l’uovo in bilico cade o riesci a tenerlo in salvo?
Non ci avevo mai pensato, però direi che quest’uovo resta in bilico.
Il brano suonato dal vivo ha gli stessi arrangiamenti anche su disco? Com’è avvenuta la collaborazione con Laura Monti?
La struttura è esattamente la stessa, ma sul disco il brano ha un arrangiamento più ricco, c’è una batteria campionata, basso elettrico, chitarre elettriche e l’harmonium. Dal vivo invece è del tutto fedele all’idea originaria. Ho avuto la fortuna di incontrare Laura Monti qualche mese fa, lei è una giovane violoncellista che vive tra Genova e le Dolomiti, è stato Jacopo Ristori (il violoncellista che suona nel disco e con il quale ho suonato per anni e che poi è andato a vivere in Olanda) a mettermi in contatto con lei.
Abbiamo girato il video a Gennaio quando ci eravamo appena conosciute, io ho avuto subito una sensazione bellissima e cosi l’idea del video si è concretizzata velocemente grazie a Fulvio Masini (chitarrista straordinario, produttore, fonico, membro dei Banana Joe e anche videomaker con Unbox production) che lo ha ideato con me e poi girato.
Laura, che lavora molto come violoncellista, è estremamente sensibile e attenta, sa ascoltare con cura e poi suona con grande passione.
Il video è girato allo Studio K, come hai conosciuto quel posto e perché hai deciso di registrare una versione dal vivo e presentarla con un video?
Lo Studio K è lo studio nuovo di Berna alias Bernardo Russo (o viceversa). Berna oltre ad essere un fonico e produttore è un musicista incredibilmente bravo e particolare. Con lui ho lavorato ad una parte di preproduzione del disco. L’anno scorso si è trasferito dal suo vecchio studio allo Studio K ( a Genova, Bolzaneto) e dalla prima volta in cui sono andata a trovarlo mi sono innamorata dell’atmosfera, le finestre cosi grandi, la luce, le cose di Berna qua e la e ho pensato al video di Uovo in bilico. Nel video compare anche lui , come un cameo all’inizio, con il suo fantastico camice bianco da fonico anni cinquanta.
Mi piace molto rendere una versione live nei video, mi aiuta a ritrovare e proporre l’essenza delle canzoni. Nel disco si è liberi, volendo, di creare arrangiamenti con tanti strumenti; sono due versioni diverse ed entrambe importanti a mio avviso
Hai già programmato dei concerti?
Presento “Il tempo degli animali” il 30 di Aprile al Circolo Cane a Genova, proprio al piano di sotto del Greenfog Studio dove ho registrato il disco con Mattia Cominotto. Ho già con me le copie dell’album anche se poi uscirà, sarà distribuito in Settembre.
Lo suonerò in forma minimalista rispetto alle registrazioni, con Laura Monti al violoncello e alcuni carissimi ospiti qua e la: Raffaele Rebaudengo (che è il mio produttore nonché violista del meraviglioso Gnu Quartet), Silvia Monti ed Eleonora De Lapi (clarinettiste nel Mademi Quartet), Tristan Martinelli (socio del Greenfog Studio e musicista con il quale suono da anni) e poi una sorpresa speciale che ancora non posso dire.
Il Cane è un posto nato da poco ma già tanto vissuto, in un anno e mezzo circa ha ospitato tanti concerti, è nato dalla passione e ha un nome bellissimo, sono felice di poter far partire “Il tempo degli animali” da lì, proprio da dove è nato.
Il 1 Maggio suonerò a Forte dei Marmi all’interno di uno spettacolo che celebra Fabrizio De Andrè, organizzato da Federico Sirianni e Max Manfredi.