Precisamente sarà il 17 Maggio la data stabilita per la pubblicazione del nuovo disco di Jon Bryant, Cult Classic arriva a tre anni da “Twenty Something”, tramite Nettwerk, sarebbe stato pronto già nel 2017 ma questa volta il musicista ha deciso di stravolgere il suo modus operandi scrivendo le canzoni accompagnandosi al pianoforte anziché alla chitarra, e questo ha determinato un allungamento dei tempi non previsto inizialmente.
Il titolo del disco richiama al periodo in cui John ha fatto parte di una setta, seppur per un breve periodo questa esperienza ha toccato nel profondo Bryant il quale di suo pugno spiega le vicende: “4 anni fa, mi sono unito ad una setta. Sono stato membro per un periodo breve ma intenso. All’inizio sono stato reclutato da un amico e dopo mesi di convincimenti ho deciso di dargli una possibilità. Ho fatto la mia ricerca e ho trovato recensioni contrastanti sull’organizzazione. Nessuna setta potrà mai dire di essere tale, ma dentro di me ho sentito un forte bisogno di andarci cauto. Tanto più che dal momento in cui sono entrato nel loro seminterrato fino al giorno della mia partenza, mi sono sentito trasformato e illuminato. Attraverso tutto questo, ho attuato ogni sforzo mentale per mantenere una distanza di sicurezza dal pieno impegno verso l’organizzazione.
Tuttavia, quello che stavano condividendo con me era una delle informazioni più utili e gratificanti che avessi mai sentito. Sapevo che con la giusta quantità di verità, promesse e lavaggio del cervello, chiunque poteva cadere nelle trappole di una setta. Alcuni mesi dopo il mio ingresso, ho iniziato a prendere le distanze dal gruppo. Volevo ancora essere coinvolto perché alimentava il mio amore per l’apprendimento, ma sapevo che qualcosa non andava. Dopo aver ascoltato le storie più orribili delle esperienze da parte di persone con l’organizzazione, ho finalmente tagliato i ponti. Nei primi giorni della scrittura della musica per questo album, ho visto me stesso (e il mondo intorno a me) attraverso la lente di una setta. Solo fino a quando ne sono stato coinvolto, ho realizzato che sono intrecciati attraverso tanta cultura. Essere in una setta è essere umani. “
Il primo singolo estratto dal disco è “Did what I did” che, con i toni pacati di una calda ballata acustica, parla appunto della permanenza di Bryant nella setta senza sentirsi in colpa o avendo risentimenti verso i componenti di quel gruppo (“I was wrong and I know/It burns as bad as it shows/I’ve thought it out and I’ve got no explanation/I don’t know what to say/A lie would get in the way/I did what I did/I did what I did because I wanted to”). Il brano è accompagnato da un video diretto da Ryley Burghall.
Aggiornamento 17/05/19: Esce oggi il nuovo album di John e nella playlist sottostante puoi ascoltare tutti i brani, e i video ufficiali realizzati per la promozione di “Cult Classic”.