Appena due anni fa Morrissey pubblicava l’album di inediti Low In High School e a distanza di due anni da quella produzione il 24 Maggio prossimo arriverà California Son (qui solo il pre-order digitale, per il momento).
Non si tratta però di un album con canzoni scritte dal pugno di Moz bensì di cover provenienti dal suo cuore o meglio dalla sua sterminata passione per alcuni dei musicisti provenienti dalla decade ’60/’70 tra cui spicca Bob Dylan, Joni Mitchell, Dionne Warwick e Roy Orbison. Proprio di quest’ultimo è il primo estratto scelto per promuovere l’album: In “It’s Over” Morrissey resta molto fedele agli arrangiamenti originali, inserendo anche le backing vocals di LP, seppure questi nuovi siano meno carichi di pathos rispetto alla versione di Roy che però, di contro, vengono compensati dal cantato carico di pathos dell’ex frontman degli Smiths a suo agio in quel tipo di performance (è palese che il suo background viene da queste cose qui).
Interpellato sulla reinterpretazione di Moz il figlio di Orbinson dice: “Adoriamo Morrissey, i suoi capelli, i testi malinconici e poetici mi hanno sempre ricordato mio padre, la sua versione di ”It’s Over“ è stupenda.” Mentre LP commenta l’approccio avuto con Moz “Ho sempre ammirato Morrissey e la sua musica. Tuttavia, mi sono presto resa conto, quando sono uscita con lui e mi ha suonato tutte le canzoni che stava mettendo in questo disco, che dietro questo lavoro c’era il cuore di uno studioso di musica e di un fan dei suoi eroi musicali. È esperto di così tanti generi e conosce così in profondità artisti dei quali pensavo di conoscere bene. È stimolante vedere quanta dedizione infonde alle persone attraverso il suo viaggio musicale”.
Tutti i brani sono stati prodotti assieme a Joe Chiccarelli e oltre ad LP figurano diverse altre feature con Ed Droost, Billie John Armstrong, Ariel Engle, Sameer Gadhia e Lydia Night. Il musicista inglese ha annunciato anche un tour canadese, il primo da oltre 20 anni, mentre in Europa non si registrano date al momento.
Aggiornamento 201/03/19: La seconda scelta di Moz è caduta sul brano che aprirà il disco ovvero “Morning Starship”, nella versione originale fu interpretata nel 1976 da Jobriath qui in invece il ciuffo più famoso del brit pop si avvale della presenza, poco ingombrante a dire il vero, di Ed Droste dei Grizzly Bear il quale si limita a fare la seconda voce nelle retrovie. La cover di Morrissey risulta più morbida rispetto all’originale così come il suo cantato meno graffiante, se confrontato con quello di Jobriath, tuttavia il risultato finale resta molto affascinante nel suo giocare a fare il crooner d’antan.
Aggiornamento 10/04/19: “Wedding Bell Blues” è il terzo estratto scelto dal musicista inglese, la cover originariamente cantata da Laura Nyro e portata in cima alle classifiche nel 1969 dai The 5th Dimension e qui riproposta da Morrissey assieme a Billie Joe Armstrong dei Green Day che resta nelle retrovie delle backing vocals lasciando al padrone di casa tutta la scena. Il testo che è “un ode all’amore frustrato con un’euforia moderna e raffinata che annuisce sottilmente ad un desiderio queer” fa sospettare che la scelta di far cantare il leader della punk band americana sia soltanto perché il suo nome è omonimo a quello presente nei versi del brano (“Bill I love you so/I always will/I look at you and see/the passion eyes of May/Oh but am I ever gonna see/my wedding day?”). Cattiveria gratuita? Qualcuno però diceva che “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.” Nel secondo player trovi il lyric video mentre nel sesto puoi ascoltare la versione originale.
Aggiornamento 17/05/19: Ad una settimana dalla pubblicazione del disco di cover Moz diffonde probabilmente l’ultimo estratto, si tratta di “Lady Willpower” di Gary Puckett & the Union Gap. Nel terzo player c’è il lyric video assieme alla versione originale.
Aggiornamento 24/05/19: Per l’uscita del primo disco di cover di Morrissey è stata creata una speciale playlist dentro cui potrai ascoltare le versioni originali delle canzoni scelte dal musicista inglese racchiuse in “California Son” (nel secondo player) mentre nel primo trovi le reinterpretazioni di Moz.
01. Morning Starship (Jobriath)
02. Don’t Interrupt The Sorrow (Joni Mitchell)
03. Only A Pawn In Their Game (Bob Dylan)
04. Suffer The Little Children (Buffy Sainte Marie)
05. Days Of Decision (Phil Ochs)
06. It’s Over (Roy Orbison)
07. Wedding Bell Blues (Laura Nyro)
08. Loneliness Remembers What Happiness Forgets (Dionne Warwick)
09. Lady Willpower (Gary Puckett & the Union Gap)
10. When You Close Your Eyes (Carly Simon)
11. Lenny’s Tune (Tim Hardin)
12. Some Say I Got Devil (Melanie)