Tuttoècomesembra nasconde fin da subito un sottile inganno ovvero quello di svelare soltanto ascolto dopo ascolto un disco che in realtà risulta misterioso, che gioca con l’esoterismo applicato sia in musica che nella scelta delle illustrazioni dell’artwork, dunque effettivamente è ciò che sembra – un album enigmatico – ma non per questo di facile decifrazione.
Il trio romano si affida letteralmente ai tarocchi per parlarci del presente, scrutano simboli e interrogano gli Arcani per decifrare la realtà che stiamo vivendo utilizzando geometrie elettroniche (pad, synth, programming e sampler) che richiamano inconsciamente, ma nemmeno tanto, ad un piano esoterico ultraterreno e ultramoderno affiancandolo ad uno più tangibile e viscerale attraverso l’uso di chitarra, basso e batteria in assetto alt rock: se dovessi paragonare il disco ad un film opterei per il meraviglioso “Neon Demon” di Nicolas Winding Refn, alla sua fotografia fluorescente, al vampirismo delle relazioni umane disegnate con glamour, vero erede del Suspiria di Argento con buona pace della bellissima reinterpretazione di Guadagnino.
Tematiche come la perdita (“Roberto”) declinata anche come un’occasione per cambiare registro mettere un punto e andare a capo (“Agosto”); lo sguardo lucido sulle incoerenze dell’umano moderno riprodotto nella prospettiva di un quadro irreale (“I Mostri di Bosch”) oppure le ossessioni distorte del finto-vissuto-virtuale attraverso un display che illumina le nostre incomunicabili solitudini nonostante in apparenza pieni di “amici” (“A Cosa Stai pensando?”) o ancora nel faticarne ad averne per colpa del luogo in cui si vive (“Kreuzberg”); tutto si innesta in un contesto musicale colmo di fenomenale personalità, gli Stanley Rubrik sono i sacerdoti del proprio fato, disvelano le carte (e i tanti assi nelle maniche) per suggerire che loro e soltanto loro stessi sono gli artefici del proprio destino musicale nonostante qua e là appaiano i simulacri di Depeche Mode (“Persona”) o il Chino Moreno in versione witch house dei suoi ††† Crosses (“Tempesta”), o ancora la furia noise rock di Liars ed Health (“A Cosa Stai Pensando” o la coda finale di “Lunghe Estese Orbite”), mentre il cantato di Dario Di Gennaro, ulteriormente affinatosi rispetto al primo disco, lambisce in certi episodi il fantasma di Zanotti era-Deasonika.
Alla fine dei giochi o, meglio, della lettura dei dieci tarocchi “Se Tutto è come sembra” allora questa seconda prova della band è quanto di più sorprendente possiamo trovare oggi in Italia in ambito “Post electro”, ma possiamo allargare il campo anche ad altri generi, – se ne accorsero un po’ di tempo fa pure i Marlene Kuntz, la loro versione di “Lunga Attesa” sbaragliò centinaia di altre band vincendo il contest e aprendo alcune date di Godano e soci – e non stupirebbe se gli SR si siano affidati all’occulto per incrementare il proprio talento, d’altronde ogni rock band degna di questo nome cerca di venire a patti con il diavolo, o con i propri demoni interiori, pur di riuscire ad esprimersi al meglio delle proprie capacità. E i tre hanno ottenuto ciò che volevano, un album magico e bellissimo.
(Antonio Capone)