Fabio Barovero – Eremitaggi (2019 – Felmay)
Qualcuno conoscerà Fabio Barovero per i suoi trascorsi con i Mau Mau, altri invece avranno apprezzato il suo lavoro da solista tra cinema, teatro, tv e naturalmente la musica nelle sue varie declinazioni. Eremitaggi arriva a otto anni dal precedente “Sweet Limbo” e lo consacra tra i più interessanti compositori di quella che potrebbe essere definita la nuova era della classica contemporanea mista a elettronica al pari di Teho Teardo, Federico Albanese (per restare in Italia) o A Winged Victory for the Sullen, Max Ritcher e Jóhann Jóhannsson (per uscire giusto un attimo dai patri confini). “Nell’epoca dell’apparente azzeramento delle distanze, attraverso la solitudine e il linguaggio sensibile delle proprie emozioni e del proprio dolore, ci si ritira dal mondo per vederlo poi meglio”, così il musicista presenta il suo terzo lavoro in studio ovvero come il voler aprirsi ai sentimenti attraverso l’impalpabile gesto dell’allontanarsi, eremitando appunto, per cercare invero di avvicinarsi sotto un’altra forma, una presenza-assenza musicale intessuta con l’apporto del contrabbasso di Federico Marchesano e i violini di Simone Rossetti Bazzaro. Fabio dice di essersi allontanato volontariamente dall’iperconnessione in cui viviamo, e invita l’ascoltatore a fare altrettanto, per riscoprirsi più “selvatici”. E in questo viaggio astratto e seducente si potrebbe venire a contatto con la parte più intima di se stessi, qualcuno direbbe quella sacra o spirituale, e non essere preparati. Proprio per questo vale ancora di più la pena imbarcarsi alla scoperta di questo disco.
(Antonio Capone)
NONN – XVII (2018 – Fuzz Club Records)
Leggendo la bio del progetto Nonn, dietro cui si cela Christian Eldefors, mi è saltata alla mente il percorso analogo fatto da Louis Vasquez e dei suoi The Soft Moon, non soltanto perché le due band possono tranquillamente essere imparentate musicalmente ma soprattutto perché i rispettivi musicisti hanno affrontato un iniziale percorso da solisti per poi includere altri membri a beneficio della struttura sonora divenuta poi molto più complessa e stimolante.
Se nel caso di Vasquez questo processo ha stemperato la collerica depressione presente nei primi lavori quello di Eldefors presenta una palette molto più variegata ma sempre dai toni scuri, il monolitico post punk minimalista del debutto lascia il posto ad una dark wave dagli accenti industrial quando addirittura EBM, questo grazie anche all’apporto di Hannes Nyling e Alexander (fratello di Christian): XVII ha qualche ipocondriaca chitarra a là Cure e pulsazioni elettroniche glaciali vicine a certi Cold Cave ma più in generale si sente che la formazione a tre ha giovato sia al songwriting del disco ora più multiforme e variegato sia nell’aspetto più pratico, quello live, come afferma lo stesso Eldefors “Dall’ultimo disco abbiamo fatto molti spettacoli che ci hanno dato molta ispirazione. Abbiamo rielaborato le vecchie canzoni per suonarle un po’ più piene e divertenti da suonare dal vivo. Il dover reinventare tutti i suoni e gli strumenti del primo album ha ispirato davvero la regia di XVII”. “XVII” è un ottimo episodio da cui ripartire tenendo a mente che si può sempre migliorare.
(Antonio Capone)
Together Pangea – Non-Stop Paranoia (2018 – Nettwerk Records/Bertus)
Il power trio di Newhall, Los Angeles, Together Pangea torna alla ribalta con l’Ep Non-Stop Paranoia. Cinque tracce per una durata di oltre dieci minuti dove la potenza del Rock ‘n’ Roll si fonde con l’uso per la prima volta in assoluto di synth che rendono tutto il percorso un pò più melodico e dinamico senza rinunciare a sonorità più aggressive che alzano notevolmente l’impatto sonoro.
Si aprono le danze con “Rats” le cui sonorità limpide regalano spunti rock timidamente funky. Una soluzione che cambia radicalmente con la seconda traccia da cui è stato estratto anche il singolo di punta “Hi-Fi Television”, un grintoso punk rock dove velocità e precisione sono il denominatore comune di questo album che fino ad ora non tradisce le aspettative.
“Non-Stop Paranoia” è un inno all’elettronica dove suoni preconfezionati ma sapientemente elaborati si vanno ad intrecciare a soluzioni più rock creando un insieme di notevole spessore. Linea che si ripropone in maniera spudorata ma ben accetta anche con la traccia “Spend The Night” la cui soluzione minimale ed elettronica viene usata in maniera sfacciatamente efficace, creando paesaggi anni ’80/’90 il sui suono è riportato ai nostri giorni con bravura e tecnica.
“Together Pangea” si chiude con una nuova traccia rock tenuta viva con timidi innesti punky andando così a delineare una soluzione interessante ma soprattutto originale dove la voce energica dà un ottimo sostegno al resto della musica proposta con uno spirito innovativo e originale. Ottimo lavoro per il trio Americano che si conferma all’altezza di proporre progetti davvero interessanti.
(Umberto Gallesi)