Con il progetto de Il Genio ormai in standby a tempo indeterminato i due principali e unici artefici Alessandra Contini e Gianluca De Rubertis hanno preso strade musicali differenti, il primo pubblicando già due album mentre per la metà femminile del duo arriverà all’esordio in primavera con l’album dal titolo Continentale, il nome scelto è nome Contini e pubblicherà per Uma Records.
I brani all’interno dell’album vengono raccontati com “escursioni ritmiche e sonore, in costante bilico tra inverno ed estate. La musica e i testi raccontano la quotidianità resa statica e dilatata per ritrovare il proprio più profondo sé stesso, lontano da tutto ciò che è impersonale.” Invece Alessandra ne parla così “Lavorare al mio disco solista è stato come riscoprire il mio continente interiore. Ogni canzone è una tappa, un breve episodio del mio viaggio personale che ho deciso di rivelare agli altri. E, in questo disco, io non sono un Genio.”
Il primo singolo scelto si chiama “Complimenti” e amalgama bene rilessi elettronici alla MGMT con un giro di chitarra/basso semplice e sincero da far invidia ai July Talks. Nei testi invece viene messa in risalto questa smodata voglia di apparire a tutti i costi, i complimenti del ritornello sono appunto sarcastici, spesso snaturando quella che è la nostra natura, quello che proviamo realmente, solamente per sentirsi accettati (perdendo di vista se stessi).
Aggiornamento 05/03/19: Agli inizi di Dicembre abbiamo presentato il primo estratto dall’esordio di Contini che ora ha pure una data di pubblicazione (3 Maggio via Uma Records) e torniamo a parlarne poiché da diverse ore è online il video di “Complimenti” girato da Massimiliano Verdesca, dal canto suo Alessandra commenta il brano così “Ti sei mai chiesto se davvero sei così importante?” Dice il testo di Complimenti.
Ho praticato l’invisibilità per un pò di tempo non per formalismo e nemmeno perché cercavo una scappatoia, solo perché fortemente attratta dal capire cosa succedeva “senza di me”. Anonima mentre il mondo continuava a girare.
L’invisibilità non è assenza ma, a volte, è la condizione perfetta dalla quale ripartire con discrezione dopo aver indossato un mantello che tutto copre, che tutto dissolve, e averne scoperto l’antidoto.
Perdersi per ritrovarsi, ricordandosi di esserci. E di non essere più invisibile”