A qualche mese di distanza dall’Ep struggle/STRUGGLE, uscito lo scorso Maggio, Le Butcherettes annunciano l’arrivo del nuovo disco intitolato bi/MENTAL che verrà pubblicato nei primi mesi del 2019 via Rise Records.
Il disco vede la produzione di Jerry Harrison dei Talking Heads, successore di Omar Rodríguez-López il quale ha messo le mani sui primi tre dischi della band in cui militano Teri Gender Bender, Alejandra Robles Luna, Manfred e Ricardo, fratelli minori del musicista degli At The Drive In e The Mars Volta.
I tredici pezzi inediti vengono definiti come equamente ripartiti tra poesia, arte d’assalto, e primitiva cacofonia punk che hanno dato vita all’album più incisivo e contagioso mai pubblicato dal gruppo di El Paso. E il primo estratto “strong/ENOUGH” rientra a pieno nelle caratteristiche di power rock elettrizzante pronto a scuotere l’ascoltatore senza però fargli troppo male. L’unica forse a farsi del male con rapporti malati e proprio la frontwoman che spiega il tema centrale del brano: “Spesso mi sono messa in situazioni in cui posso essere facilmente ferita, e a volte quel che troppo è troppo. Se non sei sano, allora non ci può essere amore sano con altre persone coinvolte nelle relazioni”. Con il brano è stato girato anche un video, con la regia di Gus Black. Lo guardi qua sotto.
Aggiornamento 27/11/18: Dopo la prima anticipazione e qualche info sul quarto album su lunga distanza la band ha reso noti ulteriori dettagli come la data di pubblicazione (1 Febbraio) e un nuovo video realizzato per il brano “father/ELOHIM”da Gus Black che decide di filmare il gruppo nel suo elemento naturale, ovvero il palco, durante un concerto tenutosi al Hi-Hat di Los Angeles lo scorso Ottobre. Qualche altra notizia sul mood del disco ci arriva direttamente da Teresa che spiega “Una depressione silenziosa è stata il paraocchi di molte persone che abbiamo amato, a volte ci accecano tutti dalla luce stessa. Anche se sovente è necessario lasciare che l’oscurità rimanga immobile, per resistere alla lotta contro i suoi respiri soffocanti, per lasciar passare i suoi fumi attraverso di te, per ascoltare e elaborare. C’è qualcosa di così animalesco e autoritario nel fissare la carcassa morente della tristezza proprio prima di scavare la sua tomba. In sostanza, questo disco è stato ispirato dalla morte di una madre vivente, ma nulla di ciò è più importante. Una disconnessione in sé è così devastante, così confusa che lascia una sensazione incompleta… C’è speranza? C’è luce? Forse non è tutto così in bianco e nero. Alla fine, c’è un dualismo in tutto. La vita è un ciclo, la luna, il sole, le onde dell’oceano che trascendono sulla sabbia. Andrà tutto bene”.
Aggiornamento 01/02/19: Esce oggi il disco al cui interno sono presenti diverse features come quella di Jello Biafra ( nella iniziale “spider/WAVES”), il cantante latino Mon Laferte (“la/SANDIA”) e l’attivista punk Alice Bag (“mothers/HOLDS”). L’album è un saliscendi emozionale con episodi di ruvido rock (“give/UP”; “father/ELOHIM”) che si alternano a momenti cupi e cadenzati (l’episodio con Biafra; “nothing/BUT TROUBLE”), altri dove la band viaggia su acque più tranquille (“strong/ENOUGH”; “In/THE END”), sfiorando anche derive più radio friendly (“dressed/IN A MATTER OF SPEECH”; “Little/MOUSE”) per poi riaccendere il motore senza il timore di sperimentare (“struggle/STRUGGLE”; “sand/MAN”) andando fuori dalle acque territoriali conosciute. C’è da dire che il valore aggiunto viene dato dalla presenza fisica e vocale di Gender Bender, il suo tocco da guerriera bipolare rende ogni canzone speciale, senza nulla togliere agli altri membri della band, e la ferocia presente nei dischi precedenti viene qui modulata e dosata a seconda della necessità. Forse resteranno un pelo delusi i fan della prima ora, cioè quelli più stupidi e meno aperti a nuovi corsi musicali (purtroppo ogni gruppo sulla Terra deve combattere con questi soggetti, tranne gli AC/DC e Ligabue), a tutti gli altri consigliamo di immergersi in “bi/MENTAL” non resteranno delusi.
Aggiornamento 02/04/19: La band presenta il nuovo video girato per il singolo “in/THE END” e lo fa raccontando di cosa tratta “Moriremo. Stiamo per morire. Una morte in famiglia, la morte di un ciclo. Trasformazione costante. Ostacoli. Niente di tutto ciò ha importanza e tutto conta. Il ragazzo che trascina la bara: ora è in una posizione in cui non ha altra scelta che portare il peso sulle spalle. Forse troverà la via perché alla fine a volte sembra triste, ma sento che l’interpretazione di Gus Black della canzone parla di volumi ed è aperta all’interpretazione “.”