I Porno Teo Kolossal sono in tre, vengono da Torino e hanno fatto della sperimentazione psichedelica estrema la loro bandiera. Un progetto che già dal titolo rimanda a quella cultura alta, e non sempre comprensibile, figlia di Pier Paolo Pasolini che in ogni caso era rivolta al popolo poiché lo analizzava, mettendone in luce pregi e bellezze, non di meno anche tutti i più sordidi difetti; si diceva di quella cultura o meglio ancora arte che non scende a patto con niente e nessuno così i PTK scelgono la via più difficile e con il nuovo Monrovia confezionano tre componimenti che in totale arrivano a quasi un’ora di ascolto raccontando una storia vera (lo vedremo durante l’intervista) che si dipana appunto lungo i tre capitoli sonori: il movimento è quello di un fiume che scorre lento e minaccioso tra bordate di chitarra psichedelica congiunta ad affluenti “dronici” in grado di relegare, e regalare, un ascolto in trascendenza dove le parole vengono scandite come un monito verso l’umanità in declino, un maleficio dal quale sembra non si riesca più a tornare indietro. Il finale diventa dunque un momento liberatorio ma allo stesso tempo portatore di un oppressione da cui difficilmente si riuscirà a sfuggire.
“Monrovia” esce il 6 Aprile via Dischi Bervisti in collaborazione con la label francese Bam Balam ma lo puoi ascoltare in anteprima subito dopo l’intervista alla band.
Cos’altro vi lega a Pasolini, oltre ovviamente al nome scelto per la band?
Sicuramente il coraggio di essere controcorrente. La visione distopica e le lucide analisi che lui ci ha lasciato si ritrovano appieno nei contenuti dei nostri testi e nella schizofrenia della nostra musica. Ogni parola è usata con parsimonia. Ogni suono non è li per caso. In una società contaminata dai consumi e dalla frenesia bulimica del possesso, l’ARTE, sotto ogni sua forma e aspetto, diventa un antidoto, anticorpi affaticati contro la monotonia e l’annullamento di ogni valore tradizionale. Crediamo fermamente che gli artisti abbiano un compito estremamente gravoso. L’arte per essere denominata tale, deve solamente superare se stessa, deve essere incomunicabile. Tutti temi cari al grande PPP.
Sappiamo che Monrovia è la capitale della Liberia e che in uno dei fiumi che la attraversano c’è un’isola con una storia molto particolare. Ce la raccontate?
Ci appassionano le storie vere e Monrovia lo è, come anche il suo predecessore TANNOISER del 2015.
Qualche tempo fa lessi di questa storia e mi colpì profondamente. Esseri viventi segregati su un’isola in mezzo alle mangrovie… di rimando pensai ai campi di concentramento, alle colonie penali, ai Gulag e alle riserve indiane. Esseri viventi sfruttati al limite della sopravvivenza e poi segregati. Scimmie o umani non cambia.
“DANNATI DELLO STERMINIO, CONDANNATI ALLA VITA ETERNA NEL PROFONDO INVERNO SPIRITUALE.”
Se si ascolta l’album, a parte l’intro iniziale, viene descritto molto chiaramente ciò che è successo e succede tutt’ora. Non poteva non venirne fuori un concept album e così è stato.
Quella specie di filastrocca che si ascolta al 6° minuto di Monrovia 1 da dove l’avete tirata fuori?
È stata una grande idea del nostro ingegnere del suono. L’album era praticamente finito ma noi continuavamo a dire che mancava ancora qualcosa anche se indefinibile. In quei giorni lui stava seguendo un laboratorio scolastico ed ebbe questa folgorazione. Inserì il brano nell’intro e ce lo fece ascoltare. Fu il momento più alto ed emozionante di tutto il lavoro di mixaggio. Naturalmente non fu un semplice copia e incolla. L’innocenza di un coro di fanciulli si sposava perfettamente con ciò che stavamo cercando e la trasposizione con un gruppo di primati inermi fu perfetto. Un vero COUP DE THEATRE.
Siete convinti del fatto che invece di andare incontro ad un nuovo Rinascimento regrediremo ad un nuovo Medioevo. In che modo potremmo ancora “salvarci”?
E qui i rimandi Pasoliniani sono evidenti. È sicuramente una delle frasi che più rimane impressa di tutto l’album ma è naturalmente enfatizzata. Crediamo che l’umanità abbia perso le redini della propria esistenza, questo per colpa della perdita di tutti i valori fondanti della società dei nostri antenati. LAVORO STATO FAMIGLIA CHIESA. Tutto ciò oggi ha assunto un valore annacquato e sbiadito e la frase “IL FUTURO È IL MEDIOEVO” è un monito a noi stessi e alle generazioni future ad andare sempre avanti ma senza mai dimenticare il nostro passato.
Qual’è la terza chiesa cui fa riferimento uno dei versi recitati in Monrovia 2?
La prima chiesa è stata quella delle origini, il mondo occidentale. La seconda chiesa spetta a tutto il mondo orientale mentre la terza chiesa fa riferimento alla cristianizzazione del continente africano e visto che la nostra storia è ambientata in Africa ci era sembrato automatico un riferimento.
Da 2000 anni a questa parte, non esiste avvenimento al mondo in cui la politica e la guerra non si mescolassero alla religione, anche se nel testo abbiamo invece cercato di mettere in risalto anche un discorso più profondo e spirituale.
Nell’epoca dei “singoli” usa e getta da tre minuti voi uscite con un lavoro dove le tre tracce sfiorano o superano i 20 minuti. A chi è rivolto il vostro “racconto sonoro” e in che modo bisognerebbe approcciarlo per non farsi distrarre da altro?
Abbiamo fondato il progetto PORNO TEO KOLOSSAL con il serio intento di voler superare le colonne d’Ercole della musica tradizionale per poter finalmente respirare a pieni polmoni l’aria della psichedelia sperimentale più estrema. Abbiamo definito ciò che facciamo: “MUSICA PER ADULTI” e quale miglior concetto può rappresentarci? Tra ARTE e INTRATTENIMENTO noi abbiamo scelto la prima e ormai siamo ad un punto di non ritorno.
Vi sembrerà un po’ ridicola questa richiesta, dato che il vostro progetto non si pone limiti di tempo, ma se doveste riassumere le tre composizioni con un tweet cosa scrivereste?
Giulio Cesare avrebbe detto: 1VENI 2 VIDI 3 VICI…
Ma potremmo anche dire: 1 l’intro, il viaggio e il preludio – 2 LO SCONTRO E LA VIOLENZA – 3 la quiete o citando 2001 Odissea nello Spazio di Kubrick ci siamo immaginati il finale con il monolito nero dove i primati rompono le ossa (nel nostro caso agli umani).
Siete una materia sonora abbastanza indefinibile da non riuscire a trovare qualcuno a cui accostarvi (potrei osare con un incontro tra Mike Patton, i NEU!, John Zorn e gli ZU). Voi a chi vi sentite più affini?
Nelle recensioni dell’album precedente ci hanno paragonato a dei PINK FLOYD IPER AMPLIFICATI! Direi che il paragone ci lusinga essendo tutti estimatori di questi ultimi. Gli esempi che hai citato sono sicuramente nomi di tutto rispetto ma ascoltiamo dai TANGERINE DREAM agli SLAYER, dai GOAT ai GONG, dalla DRONE MUSIC ai CELTIC FROST e BURZUM…
Perché la decisione di suonare dal vivo in (quasi) totale assenza di luce?
Vogliamo accompagnare gli spettatori attraverso una esperienza sensoriale unica e coinvolgente. Artisticamente non ci interessano i concerti nella loro forma tradizionale. Per noi la performance live assume una connotazione quasi celebrativa, un viaggio lisergico e catartico dove abbandonare gli ormeggi per navigare a vista. E quando anche la vista scarseggia, suonando nel buio quasi totale, ecco che le proprietà sensoriali dell’udito prendono il sopravvento. Come succede ad un ipovedente, sono i suoni che guidano e bisogna fidarsi e lasciarsi andare. Ecco perché non ci sono nostre immagini e nomi, ciò che conta è la musica e il progetto che si porta dietro.
A proposito di concerti, ne avete in programma?
Raramente suoniamo dal vivo. Un po’ perché siamo pigri e un po’ perché ciò che proponiamo è abbastanza distante da ciò che il mercato vuole. Siamo in contatto con delle agenzie di booking e le nostre etichette discografiche, DISCHI BERVISTI sull’Italia e BAM BALAM per l’estero stanno comunque facendo un ottimo lavoro di promozione, quindi è probabile che nei prossimi mesi si possa anche mettere in moto la macchina. (qui la pagina facebook per seguire il trio)
(Antonio Capone)