In principio fu il progetto solista DonnaKatya di Katya Scarpulla (Matsukao, Chinasky) che ben presto prese i connotati più ampi con l’aggiunta dei Superfeed ad accompagnarla nel suo percorso non più solista. Il progetto si è poi evoluto ulteriormente diventando nel 2018 un ensemble di cinque componenti: i Superfeed, appunto. Oltre a Katya ne fa parte sua sorella Elena (Dogs in a Flat), Marco Andreetta (Wetfinger operation, Japanese Apartment, Kiran), Dario Santonastaso (Matsukao, Dora, Psychosa?, Mr Hankey) e Marco Pagot (Matsukao, Chinasky, Maya Galattici).
Quest’anno debutteranno con Nine Stories tramite Garage Records e nel frattempo svelano il primo singolo “Life Is A Beautiful Dream”, brano dalle atmosfere malinconiche e vagamente psichedeliche, con il doppio cantato di Katya ed Elena a conferirne un alone etereo, quasi trip hop (quello degli Archive di Londinium, per intenderci). La canzone è presentata in anteprima su Shiver attraverso il video diretto da Michele Scarpulla e Michela Casagrande, questa la sinossi: “Ispirato alle inquietanti atmosfere di Lynch in Twin Peaks e all’ironia in costume di Allen in “Amore e guerra”, l’intenzione del corto è di lasciare sospeso chi guarda. Interamente girato nella vicina Foresta del Cansiglio e volutamente montato dando una certa idea di staticità, il video racconta e affianca la bellezza astratta del sogno e la nostra instancabile curiosità verso il significato della vita; lo splendore di un’allucinazione e il bisogno assiduo della scienza.”
In occasione di questa anteprima abbiamo posto alcune domande alla band, qui sotto, subito dopo trovi il video di “Life Is A Beautiful Dream”.
In che modo vi siete evoluti dal progetto iniziale a nome DonnaKatya & The Superfeed?
Katya: Le motivazioni sono molteplici: in “Nine stories” alcuni brani, tra i quali “Life is a beautiful dream” sono stati scritti da Elena. Inoltre in questo album l’aspetto dell’arrangiamento ha coinvolto tutta la band. Ognuno, chi nella fase embrionale, chi in studio, ha dato un apporto fondamentale alla definizione dei brani. Ciò ha permesso di legare e dare continuità a canzoni provenienti da teste e sensibilità diverse. Questo album è frutto della collaborazione di tutta la band, dei Superfeed appunto.
Cosa raccontano le nove storie contenute nel disco?
K: Sono nove storie che alternano situazioni reali, legate alla quotidianità, ad episodi poetici, dove sono messe al centro le emozioni, i ricordi, a volte la nostalgia.
Io credo di avere un tipo di scrittura asciutta, spesso ironica, l’approccio di Elena è più sognante, emotivo. In tutti i brani ci sono le due voci che si sostengono, che dialogano, raccontando la vita, nel bene e nel male, nella realtà e nel sogno.
Pensate davvero che la “vita sia un sogno bellissimo” e non un incubo tremendo?
Elena: Il titolo è profondamente sincero. Viviamo in un sogno bellissimo. L.i.a.b.d. è senza ombra di dubbio un inno alla meraviglia della vita ma anche al mistero che la circonda. La nostra esistenza è meravigliosamente o tragicamente sospesa tra il buio e la luce, dipende dal punto di vista.
Nel video Katya ed Elena sembrano due sacerdotesse, o meglio ancora streghe della foresta. Avete qualche rapporto con l’esoterismo? Credete in qualche culto o religione?
K: Il video, diretto da Michele Scarpulla, si ispira alle atmosfere del Lynch di Twin Peaks.
È stato girato nella vicina Foresta del Cansiglio, dove risiede una piccola comunità cimbra di origine germanica. Il paesaggio suggestivo, le leggende riguardo a questo antico popolo e le atmosfere oniriche della canzone sono stati gli elementi che hanno dato al videoclip un’aurea di mistero che non ha nulla a che vedere con la pratica di culti esoterici. Io e Elena siamo una sorta di “guardiane” della natura che vegliano e proteggono i fragili equilibri dell’ambiente.
Sempre nel video ci sono alcune scene emblematiche come quella del “rituale” in cui vengono sacrificati due uomini, o anche quella finale con l’amuleto, il coltello e il ceppo di legno. Cosa volevate raccontare?
Michele Scarpulla (regista del video): La struttura del video è circolare, inizia con le stelle e finisce con le stelle. Il ceppo rappresenta l’anima ferita del bosco, una ferita inferta alla foresta, tant’è che Elena lo “cura” tenendolo in braccio. La macchina, metafora dell’uomo moderno, industrializzato, è l’unico elemento artificiale presente e porta disequilibrio in questo contesto. Le guardiane utilizzano uno strumento che non è un arma, ma uno scialle di lana, per “fondere” le persone con la natura, il buio provocato è un buio stellare, non è la morte.
Dario, al suo risveglio, esce dalla macchina per cercare gli altri due uomini e vede abbandonati a terra il coltellino (uno strumento utilizzato per “fare del male” alla natura), il ceppo “ferito” e l’amuleto indossato dalle guardiane che racchiude l’universo e che invita l’uomo a guardare nella direzione delle stelle. La tematica del video è fondamentalmente ambientalista e, senza alcuna pretesa, un pizzico filosofica. A questo proposito cito una frase dal bellissimo film Gattaca: “Per uno che non doveva far parte di questo mondo, devo confessare che all’improvviso mi costa lasciarlo. Però dicono che ogni atomo del nostro corpo una volta apparteneva a una stella… forse non sto partendo, forse sto tornando a casa.”
Per finire, avete dei concerti in programma?
K: Per ora preferiamo concentrarci sulla promozione del video e dell’album, faremo sicuramente alcune date verso l’inizio dell’estate che comunicheremo a breve.
(Antonio Capone)