Si preannuncia come uno degli EP d’esordio più interessanti dell’anno, pur essendo quest’ultimo iniziato da neanche cinquanta giorni, l’EP dei The Berries chiamato Cry of Love, in uscita per La Clinica Dischi.
Tre ragazzi toscani accomunati da un sano amore per il rock’n’roll classico e sanguigno, che mischiano motivi e riff blues con distorsioni cattive, tra i primi Arctic Monkeys e i Wolfmother più ispirati agli anni ‘70, che ci servono ritmi incalzanti, urla e motivetti accattivanti: c’è tanto sudore e divertimento in questo album, e si sente.
Nell’EP di sei tracce non c’è un attimo di respiro e il singolo “Going Down”, rappresenta appieno lo stato d’animo dell’album. Il primo singolo infatti, parla delle sabbie mobili che ti trascinano giù dopo una grande delusione ma nel quale si riescono comunque a scorgere degli spiragli di luce da cui ricominciare, il tutto sottolineato dall’incredibile voce di Alessandro Martini e da un videoclip molto accattivante, in cui i tre Berries sono tre nomadi che ingaggiano una Cappuccetto Rosso per derubare la casa della nonnina, premio un lecca lecca.
Ma l’EP è pieno di pezzi notevoli, dall’opening track “My Woman” che ci porta dritti a riprendere in mano i dischi dei Led Zeppelin all’esplosiva “Berny Boy”, che ricorda un po’ “Chelsea Dagger” dei The Fratellis in quanto a possibilità di diventare un’anthem da stadio.
Nominati – a ragione – come una delle migliori band emergenti toscane (per quanto mi riguarda non li limiterei al solo aggettivo regionale), i The Berries esordiscono così, con un EP al fulmicotone, in cui gettano le basi per un futuro album dal tiro impressionante.
Una proposta fresca ed interessante, quella dei The Berries, giocata tutta sulla possibilità di riportare in voga il rock’n’roll. Possibilità che apprezziamo e “spingiamo”, e che se diventerà uno dei cardini stilistici dei The Berries, non farà altro che renderci ancor più simpatica questa band.
(Mario Mucedola)