A tre anni dal secondo disco in studio Maria Devigili rimpolpa la sua discografia con l’arrivo di Tempus Fugit, nuovo album di inediti che sarà pubblicato il prossimo 15 Febbraio via Riff Records/Cardio Productions.
La musicista trentina continua a scandagliare il suo animo sguazzante in acque blues senza però rinunciare alla modernità, ne è un esempio il primo singolo “Memorandum” dove il cuore “blue” proveniente dal Mississippi si mescola in modo naturale con soluzioni pop rock urbane. Il video del singolo, che è in anteprima per una settimana su Shiver, è stato girato a Nashville con le riprese di Robert Xeno (fondatore della Earth Hertz Records) e vede la songwriter italiana a spasso tra le strade conosciute soprattutto per la musica di Kings Of Leon e del grande Jack White.
Con il pretesto dell’anteprima abbiamo girato a Maria qualche domanda per saperne di più sul disco e sul clip.
Leggendo il titolo del disco e quello del primo singolo viene da pensare ad un concept sul tempo. É così?
Esatto, è un concept sul tempo nelle sue varie declinazioni, la memoria, l’attesa, la pazienza, la reincarnazione etc. Tempus Fugit è un tributo alla saggezza latina in cui la tematica della fuggevolezza del tempo è ricorrente. Oggi noi viviamo nella convinzione che “il tempo è denaro”. Ma possiamo davvero quantificare la preziosità’ del tempo? Viviamo la nostra vita di corsa e in griglie prefissate dalla società: scuola, lavoro, famiglia, hobby. Crediamo che il “non fare nulla” sia solo una perdita di tempo. Ma forse è proprio quando smettiamo di guardare l’orologio che cominciamo a non perdere tempo e a vivere veramente. L’attesa, la memoria, la nostalgia, l’arte della pazienza, l’evoluzione, il futuro post-atomico, la reincarnazione: Tempus Fugit parla di tutto questo in una cornice musicale sospesa tra il classico e il moderno
Da qualche parte ho letto che “Il tempo non va misurato in ore e minuti, ma in trasformazioni”. Qual’è stata la tua tra un disco e l’altro e più in generale come persona?
Non conoscevo questa frase ma ti posso dire che il mio album precedente si chiama “La Trasformazione”, quindi confermo assolutamente la sua validità. Tante trasformazioni, di domicilio innanzitutto, credo di aver traslocato 5 o 6 volte dal 2015.
Nel video ti si vede girare per Nashville, anche dentro il Musicians Hall of Fame and Museum davanti ai cimeli di Johnny Cash. Come mai hai scelto proprio quella città e che “rapporto” ai con il Man In Black?
In tutta sincerità, non ho scelto io Nashville. Mi sono ritrovata a vivere in questa città gli ultimi 3 mesi del 2017 per motivi che esulano da quelli prettamente musicali. Diciamo che la vita mi ha portato proprio li’. Ho conosciuto il manager del Museo grazie ad amici in comune e mi ha permesso di girare il video davanti a cimeli come la chitarra di Jimy Hendrix, gli appunti di Bob Dylan o il gesso di Roy Orbison. Il mio rapporto con Johnny Cash è di amore. Ho avuto un periodo in cui lo ascoltavo tantissimo anni fa. La cosa curiosa è che ci sono artisti country veramente famosi in America e sopratutto in Tennessee ma che in Italia non conosciamo per niente.
Se dovessi utilizzare un tweet per parlare di “Memorandum” cosa scriveresti?
“Non twittare se non hai niente da spiegare”
Su YouTube abbiamo una rubrica, “5Songs4…”, dove chiediamo ai musicisti di elencare i 5 brani che hanno cambiato la loro vita. Quali sono i tuoi?
Pink Floyd – The Wall (l’intero album): L’ho scoperto attorno ai 13 anni e mi ha incantato la capacitaà di unire rock con orchestrazione classica. Il tutto con una profondità poetica degna dei grandi compositori.
Mozart – Tuba Mirum. La musica classica non è mai mancata in casa mia fin da quando ero piccola e il Requiem di Mozart in particolare mi ha sempre ispirato moltissimo. Tuba Mirum è un brano di elevazione che si sviluppa tutta sulla progressione dal basso verso l’alto. Si parte da una voce maschile grave fino ad arrivare all’eterea voce del soprano. Rende proprio l’idea di un volo verso l’alto.
Nirvana- Heart-Shaped Box. In realtà ho conosciuto e amato i Nirvana con l’album Nevermind, uscito quando avevo attorno ai 10 anni. E ho divorato quell’album. Ma quando è uscito In Utero ho sentito veramente che quello era uno specchio di quello avevo dentro. Tredici anni, l’età perfetta per vivere il grunge.
Joy Division – She’s Lost Control. A quindici, sedici anni un amico più vecchio mi ha regalato qualche cassetta dei Joy Division e dei Bauhaus. Amore a prima vista.
Bjork – Army of Me. Ho divorato tutto l’album Post e ricordo in particolare la prima traccia perché i suoni all’epoca (1995) erano cosi futuristici e la sua voce così sincera. C’è un misto di freddezza e calore nella sua musica e anche un misto di giocosità e serietà che solo i bambini hanno. Ho avuto un progetto di musica elettronica poco dopo l’adolescenza e sicuramente Bjork mi ha influenzata e non poco.
Cos’hai sul comodino della camera da letto?
Una sfera di selenite, tappi per le orecchie, acqua.
Prossime date del tour?
11 febbraio, feat Silvia Caracristi, Teatro delle Garberie, Pergine, (TN)
16 febbraio, Turba, Lugano
17 febbraio, Arci Simonetta, Milano
18 febbraio, Birrovia, Cuneo
24 febbraio, Circolo Arci Binario, Treviso
1 marzo, Comaro’, Castelfranco Veneto (TV)
7 marzo, Off, Bologna
16 marzo, Circolo Libero Pensiero, Lecco
17 marzo, Circolo Big Lebowski, Novara
22 marzo, Contestaccio, Roma
7 aprile, support act Giuvazza @ Officine Ferroviarie, Torino
27 aprile, Catomes Tôt, Reggio Emilia
28 aprile, Quarto Stato, Cardano al Campo, Varese
Playlist 5Songs4 Maria Devigili