Annie Clark è tornata e lo ha fatto con un disco che, per quanto piacerà a molti, ad altrettanti farà storcere la bocca, perché certamente non è la St. Vincent che questi ultimi si aspettavano, la St. Vincent del disco omonimo.
In Masseduction Ann provoca tutti, ci seduce con un pop elettronico da classifica ma la sua straordinarietà non sta in questo, sappiamo quanto St. Vincent sia brava nel giocare con la sua immagine (basti guardare la copertina del disco, che mette in mostra parti del suo corpo quasi robotizzate in un contesto dai colori kitsch anni ’80), piuttosto nel riuscire a mantenere il focus sull’importanza delle canzoni: in questo, e mi si perdonerà lo scomodare un mostro sacro, St. Vincent ricorda straordinariamente David Bowie. È lei che conduce il gioco, che ci manipola e ci porta dove la sua immaginazione vuole: è lei che critica spietatamente questa società consumistica (“Masseduction” non è un titolo a caso) mettendosi a tavolino e costruendo un disco da vetta delle classifiche, con brani spinti come “Los Ageless” in cui è perfetta nel descrivere un contesto straniante su una base elettronica che invita ad ancheggiare ed al sing along (“How can anybody have you, lose you without lose the mind too?”), ma sapendo anche parlare di sè, svelarci i suoi lati più ombrosi, nascosti e privati (“New York” è di un’intimità pazzesca, pur nel suo essere sfacciatamente pop, così come “Happy birthday, Johnny” in cui St. Vincent torna a sedersi al piano e a sciorinare poesia con una grazia maestosa).
La co-produzione di Jack Antonoff (già al lavoro con Lorde e Taylor Swift) ha insomma reso St.Vincent una star da classifica, ma Annie non ha perso il suo tocco e al pop ha mescolato le venature funky di Prince (“Masseduction”) piuttosto che una vena jazz malinconica (il sax di Kamasi Washington in chiusura dell’elettrica e ansiogena “Pills”).
St. Vincent è un’artista completa e “Masseduction” è il suo diario dei pensieri, il disco in cui si è data maggior libertà, paradossalmente seguendo i tratti del pop da classifica. Ann è diventata grande, sa giocare con la sua immagine, il suo talento e il suo pubblico: Ann è un gigante della musica, questo lavoro lo testimonia. “Masseduction” è un disco in cui ci prende tutti in giro raccontandoci verità profondissime su qualcosa che conosce come nessun altro: se stessa.
(Alessio Gallorini)