Il prossimo 22 Settembre tramite Seahorse Recordings arriverà il disco d’esordio dei Me, the other and., trio composto da Lorenzo, Chiara e Paolo dedito ad un soul pop metropolitano di chiaro stampo nordeuropeo.
404 Human Not Found, questo il titolo dell’album, ha un pessimismo di fondo non immediatamente ascrivibile sulle linee melodiche che invece viaggiano su canali sognanti, il senso di scoramento arriva invece dalle liriche di Lorenzo Spagnolo, il quale affida i suoi pensieri oscuri alla doppia voce di Laura e Paolo che a loro volta riescono a mutarne i connotati regalando all’ascoltatore un affresco lucido e moderno, che richiama alla mente i londinesi The XX. Dal comunicato stampa si legge “Sguardi bassi, ingiustizie sociali e menefreghismo verso la natura hanno creato un mostro. Un mostro che non è capace di provare emozioni nè di sorprendersi, un mostro che ha dimenticato come si ama, e per il quale la vita ha perso ogni significato. Troveremo il ricorrere a una storia, quella di un uomo e una donna che non s’incontreranno mai. Non per loro scelta. Una crociata interiore contro i continui errori della mente. Sintetizzatori modulari, drum machine e campionatori fanno da cornice alle voci eteree dei due cantanti. Dolci armonie e melodie angeliche si scontrano con testi macabri e disillusi.”
Il disco è in anteprima streaming per una settimana, nel player in basso, e ne abbiamo approfittato per fare qualche domanda a Lorenzo.
Il nome riesce a non dare alcuna informazione sulla musica che facciamo, è volutamente fuorviante. Il nostro gruppo è un trio ma l’idea è quella di mantenere due elementi fissi, me e Chiara, e far ruotare il terzo. Quindi “and” lascia in sospeso il terzo elemento a cui non dobbiamo affezionarci troppo.
Lo sdegno verso la società, il cinismo, la consapevolezza che nulla potrà mai cambiare viene tradotto in musica come il suo contrario. Ho incanalato tutti i sentimenti negativi in qualcosa che fosse bello da ascoltare. Amo i contrasti e la nostra musica è il contrasto della società: se vi piace, odierete la nostra epoca. Les invalides de la belle epoque si riferisce proprio a questo. Viviamo in un’epoca potenzialmente perfetta. Abbiamo i mezzi per cambiare il mondo ma viviamo come invalidi. Attaccati ai nostri cellulari in continua ricerca di conferme da parte di persone che non stimiamo e che non stimano noi. Siamo gli invalidi della nostra epoca.
She got no name racconta la continua ricerca dell’anima gemella, senza tener conto che la nostra anima gemella è l’anima gemella di qualcun altro. È il paradosso dell’amore, quando ami qualcuno questo non ti vuole, quando tu smetti di amarlo ecco che lui torna da te. In realtà l’anima gemella non esiste, esiste solo il compromesso. L’impegno. Scegli di dedicare le tue attenzioni ad una sola persona, questo ti preclude tante possibilità ed esperienze, come un lavoro, solo che vieni pagato in sesso. L’umano di oggi, il non umano quindi, non è capace di provare sentimenti ne di provare empatia verso gli altri. Ecco perché i due corpi vengono descritti in maniera inconsistente. Perché in realtà questa ipotetica donna perfetta non esiste, così come ogni donna può essere perfetta se si sceglie di prendere un impegno ed amarla. Ma non sarà più amore.
Non abbiamo molta paura del giudizio della società siccome non pensiamo sia capace di farsi un’idea oggettiva e personale. Mi piacerebbe uscissero fuori da me tutte le tossine che alcool e droga mi hanno generosamente offerto, magari cambierei modo di pensare. A parte gli scherzi, quello che vorremmo uscisse fuori dal disco è proprio la voglia di tornare ad essere veri umani, capaci di emozionarsi, sorridersi senza motivo, innamorarsi più volte al giorno di completi sconosciuti, gli eccessi, le orge, la violenza.
Beh non hai detto due nomi a caso, parliamo di due grandi artisti. James Blake è colui che mi ha iniziato alla musica elettronica. Il primo approccio è stato con lui, nel 2010 ai magazzini generali di Milano. Quando ho visto la maggior parte della folla lasciare il locale ho capito che quella musica non era per tutti, e che non tutti erano preparati ad ascoltarla. Io ho sentito l’esigenza di crearla. Ci hanno detto più volte che assomigliamo agli XX, penso sia merito del connubio della voce maschile e quella femminile, per me rimane un complimento. Gli XX sono riusciti con melodie semplicissime ad entrare nella vita di tante persone. Spero di riuscire a fare lo stesso con questo disco. Collaborerei volentieri con Cosmo.
Ho capito che nella vita avrei fatto musica quando per la prima volta ho messo mano al pianoforte. I brani che mi hanno maggiormente influenzato sono:
– God Save The Queen – Sex Pistols
-Fake Empire – The Nationals
-Smokers outside the hospital door – The Editors
-Hoppìpolla – Sigur Ros
-Price You – Fat Boy Slim
Stiamo pianificando alcune release party in alcune città italiane. Tutto molto in bilico ma dovremmo farcela. Parallelamente il nostro booking spero stia organizzando qualcosa per promuovere il disco quando sarà uscito.