Band attiva dal 2009 con una formazione a quattro senza batterista e senza voce, dunque un progetto Metal estremo strumentale composto da un violoncello (Raphaël), due chitarre (Rémi e Anthony) e un basso (Jérémy). La band Francese chiamata Psygnosis fa uso di campionamenti per la sezione ritmica e synth andando così ad ottenere un risultato catalogabile tra le file di un metal, ambientale con innesti di musica elettronica. Neptune è la terza fatica del combo Francese costruita nel giro di tre anni. Anni in cui la band ha incontrato difficoltà, così da rendere “Neptune”, una testimonianza musicale del dolore che hanno combattuto. Una musica catartica, più che mai. Un avvio lungo e suggestivo che genera subito atmosfere inquietanti.
Una sezione di archi unita ad un basso corposo ed una sezione ritmica veloce e precisa sono complici di un inizio al cardiopalmo, tutto marcato da riff di chitarre graffianti. Un sound caldo e profondo con “Phrase7” e “Psygnosis in Shit” mentre con la traccia successiva “Boctok” e “Storm” la band ci concede sprazzi melodici che rendono il suono più cristallino complici pregevoli innesti di archi e tastiere in modalità pianoforte. Interessanti le strutture dei singoli brani che cono caratterizzati da ripartenze che si alternano a momenti più cadenti quasi doom, tutto alleggerito ed arricchito da innesti di suoni campionati e synth che rendono il cd più apprezzabile e meno pesante, vista la scelta della band di non fare uso di linee vocali. Un lamento che corre lungo tutto il cd questo è quello che si avverte ascoltando “Neptune” a testimonianza che la band è realmente riuscita a dimostrare con questo disco tutto il dolore e tutta la frustrazione che hanno intaccato lo stato d’animo della band nel corso dei tre anni.
Una produzione davvero ottima, regala ai fans dei Psygnosis un disco maturo e al passo con i tempi. Forse quasi ottanta minuti di musica strumentale sono davvero tanti, ma se vi piace il genere, passerà in maniera piacevole.
(Umberto Gallesi)
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