Folli, incontenibili e – per loro stessa definizione – antirock. Sono questo i Cibo, e con loro abbiamo voluto fare quattro chiacchiere a proposito della loro nuova bomba, lanciata sotto forma di cd dal nome Capolavoro. Attenzione perché tanto il disco quanto questa intervista potrebbero esplodervi sotto il naso, maneggiare con cautela.
Gadro è una canzone autobiografica?
Ciao! Gadro non é una canzone autobiografica, bensì un gioco di parole che al tempo stesso si collega al ruolo interpretato da alcune persone di nota reputazione: Jimi Hendrix, Witney Houston, Micheal Jackson, Elvis Prestley, Kurt Cobain ecc… Tutte persone famose e talentuose che hanno finito con l’abusare della droga in modo non controllato. È evidente che esista un collegamento tra abuso di droga e notorietà/genialità; in tutto questo noi siamo in una zona sicura e non facciamo altro che tentare di dipingere il quadro culturale, ovvero l’ab-usanza di chi é davvero famoso. Almeno finché non diventeremo famosi anche noi. Probabilmente l’anno prossimo andremo a Sanremo e per l’occasione stiamo prendendo contatti con alcuni spacciatori di spicco. Per l’Ariston ci vuole robba forte.
Questa é una bella domanda: diciamo che l’ordine delle canzoni é puramente estetico ma che a differenza degli altri dischi siamo in presenza di un concept album che vuole mettere a nudo alcune debolezze umane, alcuni comportamenti catastrofici, goffi e meschini degli esseri umani del nostro tempo. Maurizio Borgna ha curato i nostri suoni allo studio Andromeda e, dopo aver sentito una preproduzione ha interpretato correttamente il tutto, dando forma a ciò che di grottesco e potente avevamo da esprimere.
“Sono stata lasciata” mette in mostra la potenza che nasce dalla mancanza di intelletto propria di chi ha il sangue alla testa e al tempo stesso la disperazione di chi si sente tradita; il problema è che mentre un tempo esistevano metodi di comunicazione di un certo senso estetico – prendiamo ad esempio l’epoca del Romanticismo – oggi ci troviamo in presenza di frasi fatte, di semplicismi logici tali da provocare il voltastomaco. Non essendoci nel mondo in cui viviamo filtri narrativi quotidiani di buon spessore, nei nostri testi abbiamo deciso di scrivere come si mangia: in “sono stata lasciata” ci beffiamo del teatrino che le donne mettono in scena quando scoprono un tradimento, mentre in “io ci so fare con le donne” prendiamo per il sedere i maschi alpha che parlano tanto senza concludere mai. I due brani stavano molto bene vicini insieme per come sono stati suonati e prodotti. Siamo molto contenti che essendo vicini nessuno possa definirci beceri sessisti. In questo disco donne e uomini sono considerati casi umani alla pari. Se guardate bene tra le righe di tutti gli altri brani scoprirete che il concept di “capolavoro” é il filo rosso dello strippo emotivo e della conseguente sconfitta: il nostro gruppo muore, noi vikinghi machi non possiamo essere gay (proprio come i calciatori che non si possono dichiarare), un tempo ero belo e adesso sono un vecchio privo di capelo, io son troppo figo ci so fare con le donne, ho bisogno di un consulto psicologico e delle mie pastiglie per stare bene, al supermercato sono tutti nervosi e la pazienza non fa per me allora spacco tutto, …ma qui non c’era una festa? buco del culo! Un tempo questo posto era fantastico e adesso non c’é più niente; non ci rimane altro che fare after spaccandoci a merda e importunando le fanciulle.

Doppiepersonalità e micromondi a parte sono sempre stati la nostra passione e ciò che abbiamo sempre tentato di fare é stato cercare qualche punto di contatto tra mondo reale e mondo immaginario. L’utilizzo dell’italiano é venuto in conseguenza alla scelta del nome Cibo. Durante i primi nostri progetti avevamo provato subito a cimentarci con la stesura di testi in inglese. Il problema dell’inglese é che se non sei madrelingua puoi essere bravo quanto vuoi ma si sentirà che quel testo é stato scritto da un italiano. Abbiamo preferito puntare sulla semplicità per poter disporre di massima espressività. La lingua straniera rappresentava un ostacolo da superare e i cibo di tredici anni fa optarono per la felice scelta dell’anticonformismo proprio del movimento punk hardcore torinese; avevamo un bacino molto originale, eclettico e coraggioso da cui attingere, siamo stati fortunati. Al tempo stesso siamo consapevoli che la lingua inglese potrebbe aprirci più possibilità di essere ascoltati a livello europeo e internazionale. Chissà magari nel prossimo disco proveremo a fare qualcosa di nuovo facendoci aiutare da qualcuno chiaramente. In ogni caso la nostra pronuncia ameregana fa letteralmente cagare.
L’esperienza di vita per le canzoni terra terra di Capolavoro é tutto. Ci siamo rotti i coglioni della musica italiana che parla d’amore e utilizza filtri alquanto scontati e obsoleti. Cibo é il nome di una band che vuole essere icona dell’antimoda e dell’antirock di tendenza. Ci sentiamo in dovere, per il bene del pianeta, di prendere per il culo tutti i prodotti che vanno di moda: le foto insieme ai vip, il modo in cui si usano facebook e instagram, le partecipazioni ai talent, l’apertura di locali di tendenza in cui si beve prosecco e si mangia carne cruda… sono tutte cose brutte che rendono le persone meno umane e poco originali. Il supermercato é il contesto inter/intragenerazionale per eccellenza. In coda per pagare, con le carote, il burro, le cipolle, le casse d’acqua, il sapone intimo, la carta igienica e gli affettati siamo tutti uguali e ci passano per la testa meno stronzate, non trovate? Ovviamente questo livello terreno entra in conflitto con le nostre emozioni, con i nostri mondi interiori ed é proprio questo che ci interessa e affascina maggiormente.
I nostri riferimenti musicali sono i seguenti: tutto ciò che deriva dal punk hardcore torinese degli anni Novanta (Arturo, Bellicosi, Crunch, Lamatematica, Woptime), tutto ciò che era considerato alternativo punk e grunge negli anni Novanta e inizio XXI secolo, l’ineguagliabile banda di Elio e le Storie Tese che ascoltavamo già nella prima infanzia, lo stoner dei Kyuss e dei QOTSA, l’innovatività dei Mastodon e dei Melvins. Siamo partiti tredici anni fa come gruppo hardcore punk demenziale e negli anni a seguire abbiamo cercato di interpretare nella maniera più originale possibile tutto ciò che ci rimaneva impresso, incorporando un utilizzo sempre maggiore della melodia. Abbiamo fatto tutto questo per salvare la terra. Aprofittiamo di questa intervista per salutare Alexander Rocciasana, Giuseppe Binetti, Gregorio, Giox e Giacomo Celentano, alcuni degli autori che preferiamo sparare in macchina durante le nostre sortite. Un abbraccio e un ringraziamento speciale a voi di Shiver.
(Mario Mucedola)