Di origini gallesi, la giovane Kelly si trasferisce a Manchester per fare l’infermiera presso un reparto di malati terminali, ma si ritrova poi a lavorare in un negozio di dischi dove incontra casualmente il produttore Daniel Avery. Colpito dalla sua voce, la inserisce nel suo Drone Logic del 2013 e quattro anni dopo siamo qua a scrivere di questo eccezionale debutto.
Curiosando sul profilo Facebook di questa talentuosa artista, colpisce la richiesta di non essere inserita in alcun genere musicale; anche volendo, sarebbe difficile dato che questo è un lavoro assolutamente originale e decisamente nuovo. Certo, l’ambito (nel senso più ampio possibile) è quello di una techno d’autore, contraddistinta da pezzi densi di ritmi downtempo e 4/4 martellanti (“Evolution”, “Throwing Lines”, “CBM”) e altri più d’atmosfera (“Lucid”, “Bird”, “Keep Walking”).
Il filo conduttore resta però l’ammaliante voce della Owens, che dà ritmo, consistenza e “personalità” a tutti i brani del suo primo lavoro.
Se si pensa poi che il tutto è stato scritto e prodotto interamente da una ragazza neanche trentenne, non può che stupire la maturità e la profondità che l’album esprime, con una matrice cupa e densa, che converte il ritmo da puramente danzereccio ad industriale e distopico, con riverberi di ferro e acciaio. Se dovessi associare un colore ai suoni, direi che sa di grigio metallo, velato da striature di un delicato azzurro.
E il contrasto fascinoso tra i toni dark e la voce soft si ritrovano nel video di “Anxi.” (uno dei pezzi più belli), creato dal disegnatore Kim Hiorthøy, dove il personaggio di un fumetto – dai tratti quasi infantili – dorme e sogna, corre e precipita, in un mondo oscuro e misterioso, con tanti oggetti colorati che si muovono su uno sfondo nerissimo.
Detto questo, vorrei davvero invitare chi sta leggendo a prestare l’orecchio a questi dieci pezzi, uno più interessante dell’altro, la curiosità ci permette di aumentare la nostra conoscenza; se poi ci fosse bisogno di un ulteriore stimolo (o per chi necessitasse di ulteriori conferme), i giudizi medi della stampa inglese non si discostano dall’8.
(Patrizia Lazzari)